Recensione del volume "Manuale di educazione al pensiero critico" di Francesco Piro

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Scritta da Luigi Maria Sicca e Cristina Mele, la recensione si richiama al dibattito sui modelli educativi knowledge-based e skill-based e al tentativo di farne una sintesi originale che non stravolga il modello educativo italiano. Nel seguito cerco di riassumere il contenuto della recensione, non del volume che ancora non ho letto. Il modello educativo italiano, fondato sulla trasmissione di competenze, ha meriti storici innegabili ma va integrato con competenze trasversali a base metacognitiva, come: problem solving, innovatività, capacità di impostare una ricerca per acquisire nuovi dati, capacità di stendere relazioni che individuino le questioni rilevanti, capacità di distinguere le posizioni e negoziarne un sintesi efficace, ecc. Il manuale prende di petto questi dilemmi, spiega origine e significato del termine anglosassone "critical thinking" e suggerisce il ruolo che l'educazione al pensiero critico può avere in scuole di diverso orientamento (liceo e istituto tecnico-professionale), nell'università (corsi umanistici e non), e in particolare nella transizione dalla scuola all'università. A seconda dei casi, esso può parzialmente sovrapporsi all'insegnamento della filosofia, oppure a quello della metodologia delle scienze empiriche. Il manuale offre un percorso in cui si alternano tre registri: il dialogo, la spiegazione semplice e didatticamente guidata, gli esercizi e i giochi per gli studenti. La spiegazione semplice si articola in una serie di "unità didattiche" che coprono il ragionamento in generale, vari tipi di logica, la nozione di probabilità, l'analisi delle fallacie, il dialogo e le sue regole, la struttura del testo argomentativo. Non potendo offrire tutto, il manuale di Piro, necessariamente propone solo gli elementi fondamentali dei vari argomenti. Più arbitraria sembra la scelta di fare dell'analisi del testo argomentativo il punto di arrivo di tutto il percorso. Un'alternativa possibile sarebbe stata quella di scegliere come punto conclusivo la metodologia delle scienze empiriche, sviluppando maggiormente il ragionamento induttivo e abduttivo, il calcolo delle probabilità, le regole e le fallacie del ragionamento causale.

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Submitted by Giovanni Toffoli
10/09/2018
in the project LALT - 2

last updated 10/09/2018

Original editing language: Italiano
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