La realtà virtuale simula un ambiente con cui si può interagire, tramite un visore o altre stravaganti interfacce, come ad esempio dei guanti muniti di sensori. Invece, la realtà aumentata funziona come se ci fosse uno strato extra di realtà, per cui le informazioni digitali sono sovrapposte a ciò che l’utente vede tramite il dispositivo. Oggi queste tecnologie si sono evolute fino ad arrivare nei nostri smartphone, e offrire i viaggi virtuali. Stanno conquistando l’industria dell’intrattenimento e altri settori, come la sanità, la produzione, e, appunto, il turismo, nello specifico il modo di viaggiare. Grazie alla nascita dei contenuti a 360 gradi, il turismo vive una nuova epoca ed è possibile persino fare un giro virtuale su Marte a bordo del Curiosity della NASA. Come anticipato, le realtà simulate rivoluzionano i nostri viaggi: i musei ne sono un esempio perfetto. Le istituzioni culturali hanno colto il potenziale di queste tecnologie, implementandole in diversi musei, come ad esempio: - Il museo di Tesori a Waterford, in Irlanda, in cui si possono incontrare i signori della guerra che fondarono la più antica città d’Irlanda. Qui si trova la King of the Vikings experience, che combina attori veri a ologrammi e realtà virtuale; - Il Museo Nazionale di Storia Naturale Smithsoniana a Washington DC, negli Stati Uniti, ha una sala delle ossa dove è possibile ammirare l’esposizione attraverso l’app Skin & Bones, che permette di vedere gli scheletri abbandonare la loro postazione e far prendere vita a delle specie estinte; - Al Royal Flying Doctor Service Tourist Facility di Darwin, in Australia, è possibile rivivere oggi il bombardamento del febbraio 1942, ricreato in un cinema olografico di 50 posti, grazie alla realtà virtuale.

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