La didattica a distanza durante l’emergenza COVID-19: l’esperienza italiana

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Da marzo 2020, la chiusura delle scuole in risposta alla pandemia di COVID-19 ha fatto sì che oltre il 90% dei bambini e dei ragazzi iscritti a scuola in tutto il mondo dovesse abbandonare i banchi scolastici. L’Italia è stato il primo Paese in Europa ad attuare un lockdown a livello nazionale. Le scuole e le università hanno iniziato a chiudere a fine febbraio 2020, a partire dal nord Italia (Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria, Piemonte, Veneto e Friuli-Venezia Giulia). A partire dal 10 marzo 2020 il governo ha poi esteso le misure di blocco a tutte le regioni del Paese. I bambini, i ragazzi e le loro famiglie hanno vissuto in quasi totale isolamento per circa due mesi fino al 3 maggio 2020 e le scuole sono rimaste chiuse fino a settembre. Escludendo le interruzioni scolastiche programmate, gli studenti italiani hanno perso 65 giorni di scuola regolare a causa delle misure di isolamento adottate per fronteggiare il COVID-19, rispetto a una media di 27 giorni persi tra i Paesi ad alto reddito in tutto il mondo. Questa interruzione prolungata ha destato non poche preoccupazioni, in quanto studi sugli effetti della chiusura delle istituzioni formative sul rendimento scolastico degli studenti dimostrano che anche brevi interruzioni scolastiche possono causare una significativa perdita formativa per i bambini e i ragazzi.

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Submitted by Martina Nicoletti
22/03/2022
in the project Montanari - Pedagogia Sperimentale 2021-22

last updated 22/03/2022

Original editing language: Italiano
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