IL BORGO DI SERMONETA

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Sermoneta, la deliziosa cittadina in provincia di Latina è un gioiello medievale pressoché intatto. Le cinque porte ormai sradicate, hanno preservato il centro storico da centinaia di anni di vita, sempre attiva, rendendola tutt’ora inespugnabile dal barbaro incedere del tempo. La cittadina, squisitamente medievale, è un susseguirsi di vicoli, piazze, logge, chiese, un patrimonio inviolato, testimone di un antico credo che mette in comunione l’architettura urbanistica difensiva con l’arte, la ricerca della bellezza e l’essenzialmente valido. E così, che camminando per corso Garibaldi, si incontra la chiesa di S.Giuseppe, che racchiude un interessante affresco del Sermoneta, al secolo Girolamo Siciolante che visse per sessant’anni tra il 1520 e 1580. La Loggia dei Mercanti, nei pressi di Piazza del Popolo è anch’essa interessante testimonianza di un’intensa vita commerciale della cittadina, mentre poco più avanti, dopo una stretta e tortuosa strada, la cattedrale Santa Maria Assunta, in stile romanico-gotico del ‘200 con il campanile anch’esso romanico a 5 piani, di cui quattro con bifore, sovrasta l’omonima piazza. All’interno della cattedrale, nel complesso molto affascinante, si trova una celeberrima tela raffigurante la Madonna degli Angeli, dipinta da Benozzo Gozzoli, che raffigura la città in grembo alla Madonna stessa. Ma Sermoneta ha anche un’importante zona, probabilmente ancora più antica, all’interno del centro storico: il Ghetto, con al centro l’antica Sinagoga, attualmente divenuta casa privata, ma che mantiene all’esterno la sua austera fattezza. Ma certamente Sermoneta è conosciuta per il suo castello, originariamente fatto erigere dagli Annibaldi, ma successivamente ampliato e riorganizzato sia dai principi Caetani che, soprattutto, dai Borgia, che di fatto lo resero sostanzialmente inespugnabile. Venne incaricato Antonio da San Gallo, celebre architetto di strutture difensivistiche, per approntare imponenti modifiche alle cinta murarie, che vennero inspessite e perciò rafforzate in ogni punto, così che potessero reggere le bombarde e le cannonate senza abbattersi facilmente. Ma il castello tornò in breve tempo ai Caetani, che continuarono ad abbellirlo rendendolo uno spettacolo. Splendida l’organizzazione degli interni, con affreschi di assoluto livello realizzati da allievi del Pinturicchio. Non troppo lontano dal castello, scendendo una ripida e tortuosa stradina, si giunge all’Abazia di Valvisciolo, che ebbe luce nel VIII secolo d.C. ad opera di monaci gerci, ma rifatta ed ampliata dai Templari, intorno al ‘200. Del loro passaggio certo vi è la testimonianza di una croce, loro inequivocabile simbolo, scolpita nel rosone. L’abazia, in ultimo, venne occupata dai monaci Cistercensi. Ma il territorio offre anche, tra Sermoneta e Norma, interessanti e coinvolgenti percorsi naturali, un’occasione per godere della favolosa bellezza di una natura incontaminata.

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Submitted by Giorgia Iuè
27/02/2019
in the project Italia oltre le Grandi Città: tra borghi e tradizioni

last updated 27/02/2019

Original editing language: Italiano
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