Il rischio Burnout nei professionisti della riabilitazione domiciliare all'epoca del Covid-19

Objectives
Illustrare l'incremento del rischio di burnout nei professionisti sanitari della riabilitazione, nei setting domiciliari, correlato alla pandemia da Sars-Cov2. Proposta di strategie di prevenzione
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Submitted by Claudio Saulli
29/05/2021
in the project Riabilitazione domiciliare e burnout

last updated 04/06/2021

Original editing language: Italiano
4 Comments

Michela Ranucci on

Percorso di apprendimento davvero interessante e ben strutturato. La scelta dell'argomento è particolarmente significativa, in quanto strettamente correlata non solo con la dimensione di aiuto della nostra professione, ma anche inserita all'interno di uno specifico contesto (quello delle terapie domiciliari) spesso poco analizzato, ma ancora più esposto a questo genere di rischio a causa della sua dimensione famigliare. Le risorse presentate permettono al lettore di approfondire e questa dimensione e ricercare delle corrette strategie di prevenzione che, nel contesto delle terapie domiciliari, risultano invece spesso difficili da trovare, vista la frequente carenza di un'equipe ben strutturata.

Serena Subiaco on

Questo percorso di apprendimento risulta essere davvero ben organizzato e descrive in maniera chiara e completa cosa sia il burnout ed i fattori di rischio ad esso connessi, con dettagliato approfondimento del ruolo che la pandemia ha avuto in tal senso.
Molto interessanti risultano essere le risorse riguardanti le strategie di prevenzione.
Complimenti!

Alessandra Banzato on

Trovo questo LP molto interessante e mi ci son molto ritrovata, svolgendo nella mia azienda come Logopedista sia attività in un setting ambulatoriale sia a domicilio con il servizio NAD (Nutrizione Artificiale Domiciliare). Allo scoppiar della pandemia è stato completamente stravolto il lavoro: la vestizione/svestizione sono diventate faticosamente dei rituali estremamente meticolosi e momenti di tensione perché potevano divenire pericolosi per contagio; tanto tempo passato dentro tute senza poter bere, con la difficoltà di muoversi, di respirare, di parlare- comunicare... Alla fine del mio turno di lavoro ero stravolta fisicamente, stremata mentalmente perché ogni gesto che prima di allora lo si faceva di routine doveva essere sempre pensato e mediato dalla domanda "Sto rispettando la procedura? posso fare quello che sto facendo?", quindi con un carico di ansia misto ad adrenalina che lì per lì ti aiutavano a stare attenta a quello che facevi. Una volta dismessa la divisa del mio mestiere, a casa ci si portava tanta stanchezza sia fisica che psichica. Quello che mi ha aiutata ad affrontare tutto ciò è stata la condivisione con i colleghi, il poterci "lamentare" delle nostre difficoltà tra di noi, il farci forza a vicenda, il pensare che in quel momento vivevamo insieme quella strana esperienza. Questo mi ha aiutato a resistere, ad affrontare lo stress, perché purtroppo una volta che tornavo a casa quel mio forte stress non lo poteva capire nessuno, se non chi lo stava vivendo come me.

Selenia Arcidiacone on

Analisi significativa dell'incremento del rischio di burnout fra gli operatori sanitari durante la pandemia da Sars-Cov2. Un esito oggettivamente plausibile quello dell'incremento della sindrome da bornout ma di difficile quantificazione. Quest'insieme di risorse permette al lettore di approfondire questo aspetto e non solo. Fornisce infatti al lettore/operatore sanitario anche delle strategie per la prevenzione del fenomeno come i citati programmi di formazione e l'eliminazione dei fattori di rischio. Trovo particolarmente considerevole quest'analisi perché mette in evidenza, al contrario di ciò che spesso succede, il rischio di crollo psicologico del personale sanitario. Come evidenziato il sistema non è ancora del tutto pronto nel prevenire e nel curare queste situazioni patologiche. Si auspica pertanto che la situazione pandemica abbia smosso le acque in tal senso permettendo in futuro un'azione più mirata e efficiente.

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