Rosalinda Malsegna il 20/03/2018 16:01

L’uso delle tecnologie digitali non consente solo un’estensione e un potenziamento delle capacità mentali dell’uomo, ma un uso incontrollato può creare un vero e proprio sdoppiamento di personalità. Tale fatto è alimentato dalle capacità sempre maggiori dei nuovi siti personali di avere una vita propria, diventa ancora più grave quando essi possono essere consultati da terze persone senza che gli utenti siano collegati al sistema.
Il tutto è supportato da sistemi intelligenti in grado di raccogliere informazioni e selezionare in modo automatico persone potenzialmente interessate ad eventi. Tali sistemi intelligenti si sviluppano attraverso algoritmi matematici, che rappresentano, come li definisce il matematico Piergiorgio Odifreddi : “una ricetta, come quelle che si usano per cucinare i piatti nei ristoranti” .

“Componente umana dell’informatica” è la definizione che il docente universitario Alessandro Bogliolo attribuisce all’algoritmo poiché nessun computer eseguirebbe un comando senza che l’uomo stabilisca cosa deve eseguire. La forza di un algoritmo sta nella capacità di trovare in modo rigoroso e non ambiguo di esprimere il procedimento di un problema, aprendo una biforcazione: dove da un lato c’è la soluzione del problema, e, dall’altro la realizzazione di un’idea. Quindi, nel momento in cui un computer può svolgere precisi compiti al posto dell’uomo, si realizza appieno il concetto di utilità dell’informatica alimentata dall’intelligenza umana.