Cosa vuol dire lavorare in equipe per il cuore
Secondo le attuali raccomandazioni delle più importanti società scientifiche cardiologiche europee ed americane, un programma strutturato di cardiologia riabilitativa è indicato nelle pressoché totalità delle persone che siano andate incontro ad un evento cardiaco acuto. “La parte educazionale - accompagna il paziente, se le condizioni cliniche lo consentono, in tutto il suo percorso di degenza ed è gestita da più profili professionali, cardiologi, fisioterapisti, psicologi, dietisti e infermieri, che condividono l’obiettivo di fornire al soggetto elementi di conoscenza della malattia e strumenti in grado di facilitarlo nella gestione di parte dei fattori di rischio, degli stili di vita e della terapia farmacologica. Gli interventi educazionali di tipo individuale avvengono, giorno per giorno, nei momenti di relazione in reparto o in palestra con i singoli operatori. Il momento comunicativo riveste particolare importanza in riabilitazione perché è attraverso questo che, per esempio, il paziente impara a assumere correttamente e in modo autonomo la terapia farmacologica, a comprenderne il significato, a riconoscerne gli eventuali effetti collaterali e, soprattutto, a capire l’importanza della continuità nella assunzione di molti farmaci cardiovascolari dopo la dimissione. Altri tipo di interventi educazionali, per lo più orientati alla modifica degli stili di vita e alla gestione del cambiamento, vengono proposti e gestiti come incontri di piccoli gruppi di 5-10 persone, omogenei per tipo di problematica trattata. Durante questi incontri, vengono presentati, in maniera interattiva, temi di conoscenza delle malattie cardiache, associati ad aspetti di conoscenza dei fattori di rischio, in modo tale che il paziente (insieme ai propri parenti) acquisisce una serie di conoscenze corrette sulla propria condizione di salute. E’ proprio la conoscenza di molti di questi aspetti che ha, in genere, un effetto molto rassicurante sul paziente e sui suoi famigliari, e che crea, al netto di una serie di false credenze e convinzioni errate, le premesse per una gestione più partecipata, consapevole, serena ed efficace della malattia cardiaca”.
Secondo le attuali raccomandazioni delle più importanti società scientifiche cardiologiche europee ed americane, un programma strutturato di cardiologia riabilitativa è indicato nelle pressoché totalità delle persone che siano andate incontro ad un evento cardiaco acuto. “La parte educazionale - accompagna il paziente, se le condizioni cliniche lo consentono, in tutto il suo percorso di degenza ed è gestita da più profili professionali, cardiologi, fisioterapisti, psicologi, dietisti e infermieri, che condividono l’obiettivo di fornire al soggetto elementi di conoscenza della malattia e strumenti in grado di facilitarlo nella gestione di parte dei fattori di rischio, degli stili di vita e della terapia farmacologica. Gli interventi educazionali di tipo individuale avvengono, giorno per giorno, nei momenti di relazione in reparto o in palestra con i singoli operatori. Il momento comunicativo riveste particolare importanza in riabilitazione perché è attraverso questo che, per esempio, il paziente impara a assumere correttamente e in modo autonomo la terapia farmacologica, a comprenderne il significato, a riconoscerne gli eventuali effetti collaterali e, soprattutto, a capire l’importanza della continuità nella assunzione di molti farmaci cardiovascolari dopo la dimissione. Altri tipo di interventi educazionali, per lo più orientati alla modifica degli stili di vita e alla gestione del cambiamento, vengono proposti e gestiti come incontri di piccoli gruppi di 5-10 persone, omogenei per tipo di problematica trattata. Durante questi incontri, vengono presentati, in maniera interattiva, temi di conoscenza delle malattie cardiache, associati ad aspetti di conoscenza dei fattori di rischio, in modo tale che il paziente (insieme ai propri parenti) acquisisce una serie di conoscenze corrette sulla propria condizione di salute. E’ proprio la conoscenza di molti di questi aspetti che ha, in genere, un effetto molto rassicurante sul paziente e sui suoi famigliari, e che crea, al netto di una serie di false credenze e convinzioni errate, le premesse per una gestione più partecipata, consapevole, serena ed efficace della malattia cardiaca”.
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Proposto da
MARIA PIA BOIAGO
12/06/2019
nel progetto Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi
ultima modifica 13/06/2019
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