La modalità telematica, utilizzando reti e dispositivi informatici per "comunicare" a distanza, si è indubbiamente stagliata come una risorsa preziosa e irrinunciabile durante la pandemia, consentendo ad una moltitudine di attività di sopravvivere alle necessità contingenti di confinamento e distanziamento. In ambito riabilitativo, come più in generale nell'intero ambito sanitario, sono state implementate piattaforme di condivisione che hanno consentito di realizzare dei setting assistenziali precedentemente poco esplorati, che in taluni casi hanno aperto scenari sorprendenti. Tuttavia, alcuni aspetti strettamente peculiari della professione del Fisioterapista, nonché della formazione dei fisioterapisti futuri attraverso i tirocini professionalizzanti, hanno subito innegabili penalizzazioni. Gli ambiti maggiormente svantaggiati hanno riguardato il setting assistenziale, impoverito dall'assenza del contatto intra e inter disciplinare tra professionisti, ma soprattutto la sfera delle "manualità" fortemente caratterizzanti la professione, che spesso incarnano la stessa aspettativa terapeutica del paziente, che dal "tocco" e dal "contatto" trae sollievo. Un'analisi delle valenze e delle criticità emerse dall'attuale utilizzo di piattaforme virtuali, potrà consentire di ottimizzarne l'utilizzo anche in era post-covid.