07. Sostenibilità, Cause della Mobilità umana e stimolo alla partecipazione : progettazione di un’applicazione per smartphone volta alla promozione del territorio dei Monti Sibiliini dell’est, nel versante marchigiano.
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EASY-B
Living the east-side of Sibillini Mountains
Progetto di “Informatica Applicata ai Beni Culturali” ad opera di:
Daniele Del Vecchio
Fabio Antognozzi
Marco Rossi
Lorenzo Benedetti
Elisabetta Capoferri
INDICE
1. Introduzione
1.1_ Che cos’è Easy-B? ______________________________di Daniele Del Vecchio
1.2_ Premesse ____________________________________________di Marco Rossi
1.3_ I Monti Sibillini dell’est ____________________________di Fabio Antognozzi
2. Mobilità e partecipazione
2.1_ Le cause della mobilità ___________________________di Elisabetta Capoferri
2.2_ Prospettive di permanenza stabile __________________di Elisabetta Capoferri
2.3_ La popolazione locale come protagonista ______________di Lorenzo Benedetti
2.4_ Il concetto di “Slow Mobility” ___________________________di Marco Rossi
3. Lo sviluppo dell’applicazione
3.1_ L’applicazione e i suoi intenti _____________________di Daniele Del Vecchio
3.2_ Layout e servizi per gli utenti ______________________di Daniele Del Vecchio
3.3_ Cosa offre l’applicazione ___________________________di Fabio Antognozzi
3.4_ Analisi di fattibilità _____________________________di Daniele Del Vecchio
Capitolo 1
Introduzione
1.1. Che cos’è Easy-B?
di Daniele Del Vecchio
Easy-B è un’applicazione per smartphone volta alla promozione del territorio dei Monti Sibillini dell’est, nel versante marchigiano. Promuovendo forme alternative e sostenibili di ricettività (B&B, agriturismi, alberghi diffusi) coadiuvate da una partecipazione attiva e positiva della comunità locale, cercheremo di stimolare nei turisti un desiderio di ritorno e, perché no, di trasferimento stabile.
I turisti ai quali intende rivolgersi questo progetto sono principalmente (ma non solo) gli italiani sottoposti allo stress cittadino e desiderosi di relax e benessere, ma anche stranieri curiosi delle tradizioni e delle culture del nostro Paese, maggiormente visibili nei borghi di piccola dimensione.
Ci siamo concentrati sui Monti Sibillini, precisamente nel versante est, (nonostante sia un discorso applicabile a diverse zone d’Italia) principalmente per due ragioni:
Il turismo è sottosviluppato, sia per un mancato adeguamento alle nuove necessità della domanda, sia per la scarsa considerazione della zona come destinazione turistica.
A seguito dello sciame sismico dello scorso anno, la zona necessita di un rilancio (soprattutto economico) che può essere effettuato tramite un’attività turistica ben coordinata che stimoli anche la permanenza definitiva dei turisti stessi.
L’applicazione contribuirà a questo intento, e contemporaneamente cercherà di promuovere il concetto di “Slow Mobility” (contrapposto alla teoria del “mordi e fuggi” sempre più diffusa e deleteria per la piena conoscenza della cultura e dei costumi locali) attraverso la creazione di più itinerari ideali di tipo “slow”, strettamente collegati ad un turismo sostenibile ed articolato, che favorisca lo sviluppo locale; negli itinerari saranno compresi percorsi ciclabili, escursioni, punti panoramici, tour enogastronomici, punti di svago, di ristoro e di pernottamento. Sarà possibile prenotare in una delle strutture ricettive (da noi selezionate e ritenute idonee ed in linea con il nostro progetto) direttamente dall’applicazione, e sarà fornito ai turisti un servizio efficiente (ed il più possibile sostenibile) per gli spostamenti.
1.2. Premesse
di Marco Rossi
Il massiccio dei Monti Sibillini è una delle tante bellezze naturali della nostra Nazione. Se vogliamo classificarli in base al tipo di attrattiva turistica, possiamo ritenerli una meta di turismo montano, branca di quella forma alternativa di turismo nota come turismo sostenibile. E’ una tipologia specifica di turismo che prevede la gestione delle risorse in modo tale da soddisfare le esigenze economiche, sociali, ed estetiche del turista, senza però stravolgere l’integrità culturale, la diversità biologica, i sistemi viventi e la naturalità del sito. Il turismo sostenibile consta di tre nodi fondamentali:
1. TUTELA AMBIENTALE, volta a diminuire l’incidenza della popolazione, in continuo aumento, sulle risorse limitate che offre l’ambiente naturale, e di conseguenza a proteggerlo per le generazioni future.
2. EFFICIENZA ECONOMICA, volta a considerare non soltanto i benefici, ma anche i costi economici da sostenere a breve, medio e lungo termine.
3. EQUITA’ SOCIALE, volta al coinvolgimento delle attività ospiti e alla garanzia di un’equa distribuzione sul territorio tra turisti e residenti.
Inoltre la sostenibilità è particolarmente legata al minimo impatto sulle culture e massimo rispetto verso le tradizioni della società ospite, al massimo beneficio economico per la comunità e ad una sempre maggiore soddisfazione per i turisti. Il turismo sostenibile attira una domanda turistica che, oggi, ricopre una fascia ben precisa di viaggiatori, quei viaggiatori che prestano attenzione alla cultura, agli ecosistemi, e ai valori di un territorio, preferendo dei mezzi di trasporto non inquinanti, strutture ricettive di dimensione familiare, e località inclusive nonché ospitali. Possiamo considerarlo (il turismo sostenibile) anche un PRODOTTO TURISTICO GLOBALE, nel senso di un insieme congiunto di beni e servizi, messi a disposizione dei consumatori, in questo caso turisti, affinché possano sfruttare opportunamente le risorse turistiche ambientali. L’aggettivo GLOBALE si richiama poi al fatto che il viaggio non è un qualcosa di “scomposto” fra i vari servizi, ma è in realtà un prodotto complessivo, che potrebbe rilanciare socio-economicamente numerose zone ricche di attrattive e risorse naturali, che versano in tristi condizioni. Una di queste è proprio il parco nazionale dei Monti Sibillini, patrimonio che in questo momento storico sta attraversando un periodo non prospero turisticamente. Gli eventi sismici del centro Italia del 2016-2017 tra gli epicentri anche la zona dei Sibillini. La prima forte scossa si è verificata il 24 agosto del 2016 e ha avuto una magnitudo di 6° della scala RICHTER. Due potenti repliche sono avvenute il 26 ottobre del 2016, con epicentro il confine umbro-marchigiano, e il 30 ottobre, sempre dello stesso anno. Quel giorno è stata registrata una scossa di magnitudo pari 6,5° della scala RICHTER (A Norcia e a Pregi, in provincia di Perugia). A gennaio del 2017 il centro Italia è stato colpito nuovamente da una sequenza di quattro forti scosse di magnitudo superiore a 5°. Tra i siti, sia essi storici che artistici che hanno subito forti danni ci sono anche i Sibillini. Sappiamo bene che tra i fattori socio-ambientali che generalmente incidono sulla domanda turistica, quelli legati ad eventi catastrofici imprevedibili sono i più influenti riguardo alla diminuzione di tale domanda. E la caduta di domanda turistica verso un paese in cui si sono verificate grosse catastrofi naturali, oltre dall’ imprevedibilità, e di seguito ad essa, è amplificata ed alimentata anche dall’elemento psicologico (la paura, che sovrasta la voglia di scoprire paesaggi e ambienti magnifici).
I Monti Marchigiani sono veramente una meraviglia naturale degna di nota, che necessitano di nuove politiche per un turismo ecologico, sostenibile e proficuo per la comunità residente. E’ uno dei pochi trampolini di lancio che possono risollevare a pieno le sorti del territorio marchigiano colpito dal sisma.
1.3. I Monti Sibillini dell’Est
di Fabio Antognozzi
La decisione di concentrarsi in questa specifica area non ha ragioni casuali, dal momento in cui ne sono un orgoglioso abitante. E’ con il senso di patriottismo che ho convinto i miei colleghi a sviluppare questo progetto, quindi grazie soprattutto a loro per aver avuto fiducia nelle potenzialità della mia Terra.
Il nostro raggio d’azione si concentra quindi sul versante est dei Monti Sibillini, comprendendo i comuni di: Amandola, Montefortino, Montemonaco, Montegallo e Comunanza. Sarebbe stato entusiasmante poter aggiungere Arquata del Tronto a questa lista, ma per la sfortuna dei suoi abitanti, la maggior parte di loro tragicamente scomparsi, il Borgo è stato disintegrato dallo sciame sismico del 24 agosto 2016. Tutto ciò che ne rimane sono i resti della Roccaforte e un Tricolore piantato tra le macerie, un Tricolore simbolo di speranza in un nuovo inizio per Arquata, per i Monti Sibillini e per tutti i Comuni colpiti dal sisma.
Per rilanciare questo territorio occorre evidenziarne le potenzialità e quindi le bellezze in esso presenti, in questo caso davvero sottovalutate. Le frazioni devono giocare un ruolo fondamentale nella fase di pianificazione di turistica dato che da li, più che in altri luoghi, le tradizioni e il godimento della Natura sono più vivibili. Va detto che tutti i Comuni sopracitati, come la maggior parte dei piccoli comuni marchigiani, abruzzesi e molisani difficilmente superano la cifra dei 4000 abitanti diventando, non casualmente, zone dimenticate e di poco interesse per il turismo di massa. Noi siamo qui per tentare un piano di rilancio e rivalutazione, con l’auspicio che possa divenire un qualcosa di applicabile in più zone d’Italia che necessitano, ma soprattutto meritano di essere visitate.
Partiamo da un’analisi segmentata di Comune in Comune.
AMANDOLA Coordinate GPS: 42°58’47″N 13°21’22″E
Amandola è un comune della provincia di Fermo a 500 mt. s.l.m.
Precisamente dista 104 km da Ancona, 41 km da Ascoli Piceno, 48 km da Fermo, 52 km dal casello autostradale di Pedaso e 215 km da Roma.
Il territorio, prevalentemente collinare e adagiato alle pendici del Monte Amandola alto 1.706 mt. con lo sfondo di Monte Castel Manardo che raggiunge un’altezza massimo di 1.916 mt., è ricco di straordinarie bellezze artistiche e paesaggistiche. Alte creste aspre e selvagge si alternano a valli che si sono formate nei secoli grazie all’erosione dei fiumi ed a piccoli borghi abitati incastonati e ben inseriti nel contesto paesaggistico.
La sua superficie comprende le 48 piccole frazioni sparse: Capovalle, Garulla e San Ruffino sono le tre più “dotate” di bellezze paesaggistiche di livello altissimo.
Il clima è tipico di collina, con inverni non troppo rigidi e precipitazioni nevose che solo in alcuni periodi possono essere abbondanti ed estati calde ma non eccessivamente afose vista la vicinanza alle montagne e l’influenza che esse hanno. Il verde rigoglioso della primavera e dell’estate che si alterna ai caldi colori dell’autunno per passare poi al soffice manto nevoso dell’inverno regalano paesaggi e scorci di rara bellezza che donano forti emozioni e offrono la possibilità di trascorrere delle giornate all’insegna del relax e della tranquillità.
Amandola offre la possibilità di praticare passeggiate ed escursioni sia impegnative che non sui sentieri e nei boschi dei Monti Sibillini per scoprire le bellezze artistiche e paesaggistiche del territorio. Percorsi completamente immersi nella natura e nella quiete più assoluta che possono essere effettuati a piedi, a cavallo, con gli asinelli, in mountain bike o con le ciaspole durante la stagione invernale.
Il territorio di Amandola è attraversato da una delle tappe del Grande Anello dei Sibillini, un tragitto che si articola su 120 km e che, in 9 giorni di cammino, abbraccia l’intero comprensorio dei Monti Sibillini ricco di specie arboree e floristiche.
Amandola ed il suo territorio negli anni si sono sempre più distinti quale centro turistico montano ricco di una capacità ricettiva e dotata di impianti ricreativi e sportivi che renderanno piacevole il vostro soggiorno.
Il pregiato e rinomato tartufo bianco è una delle principali e caratteristiche risorse del territorio che nei boschi è possibile trovare e che viene festeggiato ogni anno con la tradizionale sagra “Diamanti in tavola” che si svolge nel mese di Novembre. La penultima domenica di Agosto invece si svolge la “Processione delle Canestrelle” in onore del patrono Beato Antonio.
Numerose sono anche le chiese e le abbazie disseminate un po’ ovunque sul suo territorio e tra tutte segnaliamo per la sua importanza religiosa l’Abbazia dei Santi Vitale e Ruffino, meta ogni anno di migliaia di visitatori soprattutto durante l’omonima Fiera che si tiene il 19 di Agosto.
- Festività principali: “Diamanti a tavola” – Festa del tartufo bianco (1° fine settimana di Novembre) e Festa patronale del Beato Antonio (ultima di agosto)
- Prodotti Locali: Tartufi bianchi e neri, Patate, Ciauscolo, Porchetta, Pancetta, Lo ‘Ngriccio (minestra di patate e legumi vari), Coppa Maritata (fetta di pane fritta e mangiata calda), Fregnaccia (pasta sfoglia condita con vari tipi di condimenti ed arrotolata), Vincisgrassi, Crispella, Cicerchiata, Calcione, Vino Cotto, Mistrà Funghi Porcini, Funghi Prataioli, Funghi Russole. Fagioli, Olive all’ascolana, Caciotte, Pecorino, Mostaccioli (dolci tipici), Salumi, Cacciagione, Cinghiale, Agnello, Cucciole (Lumache) Trota
MONTEFORTINO Coordinate GPS: 42°56’35″N 13°20’34″E
Montefortino è un comune della provincia di Fermo e precisamente dista 116 km da Ancona, 39 km da Ascoli Piceno, 53 km da Fermo, 56 km dal casello autostradale di Pedaso, 202 km da Roma, 72 km da San Benedetto del Tronto.
Il suo territorio prevalentemente montuoso è circondato da massicci che creano un anfiteatro spettacolare, con cime che superano i 2.000 mt. come il Monte Priora o Pizzo della Regina con i suoi 2.332 mt., il Pizzo Berro alto 2.260 mt ed il Monte Sibilla alto 2.173 mt.
La sua superficie comprende le 46 piccole frazioni sparse: L’Ambro è la più risonante a livello turistico, ospitando un santuario di caratura nazionale.
Ampie e profonde gole sono percorse da ruscelli e torrenti che con le loro acque cristalline confluiscono nei fiumi Ambro e Tenna. Dalla sorgente di quest’ultimo viene imbottigliata l’acqua naturale minerale “Tinnea”, un’acqua che può avere effetti diuretici ed è indicata per le diete povere di sodio. Fin da sempre l’economia ed il sostentamento della popolazioni si sono basati sull’agricoltura, silvicoltura, pastorizia ed il taglio dei boschi.
Le Case Torri, che ancora oggi è possibile vedere un po’ su tutto il territorio di Montefortino, erano costituite da un piano terra adibito a stalla, da un primo piano dove risiedeva la famiglia e da un secondo piano, o sottotetto chiamato anche colombaia, dove venivano allevati i colombi, indispensabili alla fertilizzazione dei terreni con la produzione del concime detto “palombina”. In seguito, essendo molte di esse state erette all’imbocco di valli e vie di accesso, assumeranno la valenza difensiva con la funzione di torri di guardia, di avvistamento e segnalazione di eventuali incursioni nemiche.
La coltivazione e la raccolta del tartufo è un’altra attività che qui viene ancora svolta ed il paese di Montefortino era già citato e rinomato nel 1500 come attestato in documenti dell’epoca. Il clima è il tipico di media montagna, le estati sono miti e solo alcune giornate possono risultare particolarmente calde ed afose, gli inverni invece offrono precipitazioni per lo più nevose e le temperature possono scendere facilmente anche al di sotto dello zero.
Montefortino è frequentata tutto l’anno da escursionisti, amanti della montagna e non solo in quanto offre innumerevoli sentieri che possono essere percorsi a piedi, a cavallo, in mountain bike o con le ciaspole durante il periodo invernale. Per i veri appassionati di alta montagna da qui passa il Grande Anello dei Sibillini, un percorso di 120 km che in 9 giorni di cammino attraversa l’intera catena dei Monti Sibillini. Altre importanti attrattive di interesse naturalistico sono le spettacolari Gole dell’Infernaccio, scavate dalle acque del fiume Tenna ed arricchite da numerose cascate, oltre all’Eremo di San Leonardo totalmente ricostruito da Padre Pietro Lavini, un’eremita nonché grande amico di Giovannni Paolo II.
Montefortino è inoltre meta di pellegrinaggi religiosi al Santuario della Madonna dell’Ambro, il più antico della Regione Marche ed il secondo più visitato dopo Loreto, denominato anche la “Piccola Lourdes dei Sibillini”. Il Comune vanta inoltre un ricco ed importante patrimonio artistico di opere d’arte custodite all’interno di Palazzo Leopardi che ospita la Pinacoteca Civica Fortunato Duranti (dotata di 147 opere), il Museo Diocesano di Arte Sacra ed il Museo Faunistico dei Sibillini.
La vasta scelta di prodotti di cui il territorio è ricco, permette al turista di trovare e degustare frutti della terra e del sottobosco di straordinaria bontà e di effettuare uno fantastico viaggio culinario alla scoperta delle tradizioni locali.
- Festività principali : sagre in ogni periodo dell’anno, con cadenza mensile
- Prodotti Locali: Tartufi bianchi e neri, Funghi Porcini, Funghi Prataioli, Funghi Russole. Patate, Fagioli, Olive all’ascolana, Caciotte, Pecorino, Mostaccioli (dolci tipici), Salumi, Cacciagione, Vino cotto, Cinghiale, Agnello, Cucciole (Lumache) Trota.
MONTEMONACO Coordinate GPS: 42°53’57″N 13°19’39″E
Montemonaco è un comune della provincia di Ascoli Piceno situato nell’Appennino marchigiano a 988 mt. s.l.m. all’interno del territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
Precisamente dista 70 km da San Benedetto del Tronto, 35 km da Ascoli Piceno, 215 km da Roma, confinando con le vicine località di Montegallo e Comunanza.
Il suo territorio è circondato dal Monte Vettore (il più alto di tutta la catena dei Sibillini con i suoi 2.476 mt) dal Pizzo del Diavolo, Monte Porche, Palazzo Borghese e Monte Sibilla fino a perdersi all’orizzonte verso il Mare Adriatico con le sue dolci colline.
La sua superficie si estende per circa 68 km2 comprendendo le sue 27 piccole frazioni sparse Altino, Ariconi, Cerqueto, Cittadella, Colleregnone, Collina, Ferrà, per citarne alcune. L’altitudine delle frazioni varia sensibilmente dal collinare abitato di San Giorgio all’Isola posto a 690 mt. s.l.m. fino a salire verso la punta più alta ad Altino a 1.042 mt. s.l.m.
Il paesaggio è di montagna con ampi e profondi canaloni, ripidi pendii di pietra ed estesi boschi di latifoglie, di castagni e foreste di faggio. Strette valli vengono percorse da ruscelli e torrenti che confluiscono nel fiume Aso, il principale affluente del Lago di Gerosa, con i loro abbondanti apporti d’acqua derivanti dallo scioglimento delle nevi in quota che perdurano fino alla primavera inoltrata.
Montemonaco è un importante centro turistico che offre diverse occasioni di ritrovo durante tutto l’arco dell’anno grazie alle attività che vengono organizzate. La Sagra della Castagna, che viene allestita per l’ultimo fine settimana di Ottobre, è sicuramente quella più nota e apprezzata, tanto da raccogliere migliaia di persone anno dopo anno, grazie all’ottima opportunità di scoprire la magia dell’autunno sui Monti Sibillini e dei suoi frutti. Gli antichi mulini, i ruderi, le storiche chiesette custodite nei boschi e le sorgenti sono solo alcune delle bellezze di Montemonaco.
Durante la bella stagione i sentieri che si possono percorrere sono svariati, molti dei quali adatti ad essere intrapresi anche da famiglie con bambini al seguito. Tra i più impegnativi segnaliamo quello che da Foce arriva fino al Lago di Pilato (l’unico lago di origine glaciale di tutto l’Appennino) ed al Monte Vettore snodandosi su un percorso lungo e faticoso per tutte le persone non abituate al trekking. La Grotta della Sibilla, situata sull’omonimo monte, rappresenta un fulcro turistico estremamente prestigioso per Montemonaco per via della sua storia millenaria che ha riscosso l’interesse di numerosissimi cavalieri che, nei secoli, giunsero da mezza Europa per varcare le sue porte.
Sono possibili passeggiate a cavallo o con gli asinelli immergendosi nella natura alla scoperta di sorgenti, ruscelli o paesaggi mozzafiato. La pesca ed il birdwatching sono attività che si possono praticare nel Lago di Gerosa regalando giornate rilassanti nel pieno contatto con la natura. Gli amanti della mountain bike potranno divertirsi sugli sterrati che salgono e scendono per i luoghi più incantati del Comune di Montemonaco mostrando paesaggi sempre diversi ed estremamente affascinanti.
Durante la fine del mese di Giugno, potrete notare e rimanere colpiti dalle sfavillanti fioriture delle ginestre che riempiono il paesaggio di giallo intenso e profumi dolciastri da inebriare i sensi.
Nel periodo autunnale i colori mutano passando dal verde al rosso, arancio e giallo dipingendo scenari di altissimo livello. La raccolta dei funghi e delle castagne sono attività tipiche del territorio con la possibilità di essere accompagnati e guidati da esperti che, in tutta sicurezza, vi faranno scoprire il bosco e trascorrere incantevoli giornate all’aria aperta.
La stagione invernale trasforma il territorio in maniera sostanziale passando dai colori accesi autunnali al bianco candido della neve. Nel comune di Montemonaco, vista la sua altitudine, può scendere anche copiosamente oltrepassando il metro con estrema facilità offrendo immagini uniche e da immortalare.
La raccolta dei funghi e delle castagne sono attività tipiche del territorio durante il periodo autunnale così come, durante l’inverno, le ciaspolate in compagnia sui soffici manti nevosi che, normalmente, scendono generosi. C’è la possibilità di essere accompagnati e guidati da esperti che, in tutta sicurezza, vi faranno scoprire la montagna e trascorrere incantevoli giornate all’aria aperta.
- Festività principali: Festa della befana (6 gennaio), festa del bosco (ultima settimana di luglio), festa di San Benedetto (8 luglio), Sagra della Castagna (terza settimana di ottobre), Presepe Vivente (26 dicembre)
- Prodotti Locali: Castagne, Mela Rosa, Frutti di Bosco, Salumi, Formaggi, Funghi Porcini, Tartufo, Mais, Castrato, Cinghiale, Trote, Vino Cotto.
MONTEGALLO Coordinate GPS: 42°50’29″N 13°19’56”E
Montegallo è un comune della provincia di Ascoli Piceno a 886 mt s.l.m.
Precisamente il comune dista 50 km da San Benedetto del Tronto, 30 km da Ascoli Piceno e 190 km da Roma.
La sua superficie si estende per circa 49 km² sorgendo ai piedi del versante Est del Monte Vettore, il più alto della catena montuosa dei Monti Sibillini, con le sue 23 piccole frazioni sparse: Abetito, Astorara, Balzetto, Balzo (sede comunale), Bisignano, Casale, Castro, Colle, Collefratte, Colleluce, Collicello, Corbara, Fonditore, Forca, Interprète, Migliarelli, Piano, Pistrino, Propezzano, Rigo, Santa Maria in Lapide, Uscerno e Vallorsara.
L’altitudine varia sensibilmente partendo dal collinare abitato di Uscerno a 494 mt. s.l.m. fino a salire verso la punta più alta e montagnosa di Colleluce a 1023 mt. s.l.m. Il territorio è formato da vaste distese boschive che si alternano a pascoli, tutt’oggi impiegati come fonte di cibo per ovini e bovini; un contesto di una bellezza disarmante soprattutto nel periodo di Giugno-Luglio con l’esplosione dei colori gialli ed i profumi intensi delle ginestre che dipingono il verdissimo paesaggio. La natura primeggia indisturbata tra numerosi ruscelli, sorgenti e corsi d’acqua che confluiscono nel fiume Fluvione e permettono di poter respirare un’aria quasi pura vista la completa assenza di fonti di inquinamento. L’ambiente naturalistico è ricco di numerosissime specie di fiori e piante officinali, meta di tanti appassionati che durante tutto l’anno visitano il territorio alla loro ricerca.
I sentieri che possono essere percorsi da famiglie anche con bambini sono tra i più vari fino a raggiungere quelli più impegnativi riservati ad escursionisti più esperti. Tra questi il più importante è quello che da Colle conduce fino alla cima del Monte Vettore o al Lago di Pilato, l’unico lago glaciale esistente sul territorio appenninico.
Montegallo si può vivere tutto l’anno grazie alle molteplici attività che si possono praticare. In primavera ed estate, il territorio offre occasioni per poter passeggiare sui sentieri scoprendo le bellezze nascoste e godendo dei vasti panorami che si allungano fino all’Adriatico. Gli antichi Mulini, i ruderi, le storiche chiesette “custodite” nei boschi, gli eremi e le sorgenti sono solo alcuni dei segreti di Montegallo. I trekking con gli asinelli o le pedalate in mountain bike sapranno essere all’altezza delle vostre aspettative per farvi vivere giornate intense ed allo stesso tempo rilassanti. Durante l’autunno la natura si colora di un rosso e giallo dalle tonalità accese e forti che contrasta con la macchia regalando emozionanti sensazioni. La raccolta delle castagne e dei funghi sono sicuramente le due attività principali per la generosa presenza di castagneti e boschi. L’organizzazione prevede la possibilità di poter essere accompagnati in luoghi “autorizzati” per potersi divertire in tutta sicurezza e poter passare ore liete all’aria aperta. Anche i trekking sono parecchio apprezzati per via delle condizioni climatiche ancora favorevoli.
Durante l’inverno, il Comune di Montegallo, vista l’altitudine e la posizione geografica, è soggetto a forti nevicate, anche di bufera, che possono oltrepassare il metro con estrema facilità regalando bianchi squarci che incantano la vista. La prima neve può imbiancare il Monte Vettore (2476 mt) anche verso la fine di Settembre per poi arrivare a cadere nelle frazioni non prima di Novembre. Le temperature possono scendere anche a -15°, ma nelle giornate di sole il caldo tepore sul corpo è decisamente gradevole. Le ciaspolate sui manti freschi possono rappresentare un’ottima attività da praticare e sicuramente gli ampi spazi permettono di poter trascorrere giornate sempre diverse ed affascinanti con o senza accompagnamento.
- Festività principali: Sagre enogastronomiche con cadenza bimestrale
- Prodotti Locali: Castagne, Patate, Miele, Zafferano, Lamponi, Funghi, Noci, Tartufi.
COMUNANZA Coordinate GPS: 42°57’30″N – 13°24’48”E
Comunanza è posta in una valle dove scorre il fiume Aso; da qui sono visibili i maestosi monti Sibillini che sono facilmente raggiungibili.
Ha l’aspetto di un caratteristico borgo medievale e sorge lungo il fiume Aso. Scavi archeologici, in prossimità di Colle Terme, dimostrano che il sito fu abitato già in epoca romana con la presenza di stabilimenti termali.
L’attuale insediamento si originò nel V e VI secolo, allorquando alcune famiglie della città di Ascoli si trasferirono presso questa zona per sottrarsi alle scorribande e alle incursioni barbariche. Il borgo ebbe alterne vicissitudini e fu conteso tra Amandola e Ascoli, rimanendo nella sfera di influenza di quest’ultima. Circa un chilometro fuori dal paese, in prossimità del Monte Passillo, 588 m s.l.m., ci sono ancora i ruderi del castello che fu della famiglia Nobili. Non si riesce a ricostruire la forma e la struttura originaria del fortilizio. Tra i monumenti principali, vanno ricordati:
Chiesa di Sant’Anna, in stile tardo-Romanico;
Chiesa di San Francesco, costruita sui resti di un edificio fortificato templare;
Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, in stile neoclassico ricostruita nel XVIII secolo;
Chiesa di Santa Maria a Terme, realizzata nel IX secolo in arenaria sui resti di un tempio pagano dell’insediamento romano scomparso di Interamnia Poletina Piceni.Ogni anno a comunanza nella prima domenica di ottobre si svolge la “Fiera degli uccelli”, manifestazione che vede il paese chiuso al traffico locale per ospitare centinaia di bancarelle, tra cui, quelle tipiche, che vendono animali e che si possono trovare nella via principale.
Il 26 dicembre, si svolge il presepe vivente che vede la popolazione prendere parte a questa manifestazione, che trasforma il paese storico nei scenari tipici del tempo.
L’associazione P.A.R.C.A. (Progetto Attività Ricreative Culturali Artistiche), attiva dal 2006, promuove eventi di nicchia, dediti a diffondere la cultura alternativa fra la gioventù del paese e dintorni; scopo principale è infatti quello di ampliare le conoscenze e la cultura, specie in ambito musicale. Verso questo obiettivo sono stati ideati eventi come il “P.A.R.C.A. festival”, che porta in paese le bands più importanti della scena alternativa italiana (L’invasione degli omini verdi, Tre Allegri Ragazzi Morti, Statuto, DDR, Cattive Abitudini, Tarantino Project nelle passate edizioni ed anche il celebre Max Gazzè), il “Burning Down The House”, storico evento giunto alla sua 9a edizione che promuove l’esibizione di bands locali e numerosi concerti durante l’anno presso la sede dell’associazione.
Altra associazione giovanile attiva sul territorio è il Movimento giovanile che negli anni si è distinta per manifestazioni estive come “pizza in piazza”, “sagra del Montone da latte”, “Torneo internazionale di pallavolo A. Prosperi”, e che dal 2008 per il suo ventennale ha ripristinato il centro storico del paese per dar vita a “Mazzumaja”, festa tradizionale che mette al centro dell’attenzione un piatto tipico locale come il tordo matto; la stessa propone la riapertura delle osterie di un tempo, laboratori di artigianato e diversi artisti di strada che per tre giorni all’anno popolano il borgo antico; non ultima manifestazione è quella della Lega del filo d’oro che vede la popolazione locale cimentarsi nel canto.
E’ inoltre la città più risonante di questo versante sibillino e non solo, essendo un polo industriale di rilievo per tutto il meridione marchigiano.
Capitolo 2
Mobilità e partecipazione
2.1. Le cause della mobilità
di Elisabetta Capoferri
I turisti si muovono per molteplici motivi ,in particolare il motivo più gettonato è la fuga della routine.
La maggior parte delle persone viaggia per piacere poche volte l’anno, in concomitanza con i principali periodi di ferie. Si tratta di vacanze che danno senso al lavoro e viceversa, cioè periodi di riposo e svago che, se durano troppo, diventano noiosi, se non addirittura alienanti, quindi più o meno lunghi . In questo caso i turisti scelgono mete diverse dalla loro residenza abituale. C’è anche l’abbandono di situazioni complesse da gestire, allontanamento da relazioni difficili o in crisi , fuga dal quotidiano.
Questo ne consegue le ragioni psicologiche soggettive come rilassarsi , concentrarsi su se stessi ,riposarsi , sono motivazioni legate al vissuto della persona e ai suoi bisogni estemporanei .
Notevoli sono le ragioni interpersonali come conoscere nuove persone, trovare un partner oppure rafforzare legami di amicizia preesistenti. Come trascrive sul proprio blog Marco Togni:” Qual è la parte migliore di ogni viaggio? Semplice, le persone che si incontrano. Al di là dei paesaggi mozzafiato, attrazioni, escursioni e sport avventurosi, ciò che differenzia un bel viaggio da un viaggio indimenticabile sono le persone che conosciamo durante il “cammino”, quelle con cui condividiamo emozioni, tristezze, problemi, gioie o anche solo una cena! Se ci pensate bene, ogni momento della nostra vita lo ricordiamo con maggior affetto e enfasi se lo abbiamo condiviso con i nostri cari e lo stesso vale per i viaggi. Con una differenza: molto spesso le persone con cui condividiamo anche solo un attimo del nostro viaggio sono dei perfetti sconosciuti. E ciò che sorprende, sempre, è che questi sconosciuti diventano anche per un solo attimo dei confidenti, degli amici, qualcuno che ci sembra di conoscere da sempre e che diventa parte di una “seconda” famiglia, ovvero quella dei viaggiatori. Questa grande community è composta da persone le cui vite si incrociano in maniera programmata o del tutto casuale per percorrere insieme un pezzo, seppur breve, di cammino. Se non sapete come approcciarvi agli altri, non preoccupatevi, esistono tanti modi molto semplice per farlo. A volte basta anche solo fare un sorriso e chiedere “come va?” o “da dove vieni?” per iniziare una conversazione. Se amate le carte, uno sport di squadra o particolari giochi del vostro paese proponete agli altri di fare una partita tutti insieme: in men che non si dica vedrete che vi ritroverete a divertirvi insieme ai vostri nuovi amici. Se alloggiate in ostello o da un host locale proponete di fare la spesa e cucinare insieme: in questo modo cenerete in compagnia. A volte funziona anche chiedere indicazioni ad altri viaggiatori o a persone del posto; potete chiedere qual è la direzione/il mezzo migliore per raggiungere una determinata attrazione, usare la “vecchia” ma sempre utile scusa di farsi scattare una foto o informarvi sui locali più gettonati tra gli abitanti del posto…insomma ogni scusa è buona per attaccare bottone e iniziare una conversazione.”
Ci sono anche le ragioni ambientali , cioè vedere posti incontaminati e respirare aria pulita , al contrario dell’aria che respiriamo nelle nostri grandi città metropolitane. Quindi in questo caso il turista sceglie mete come montagne o località balneari. Da prendere in considerazione c’è anche la ragione di Status ovvero esibire le proprie possibilità economiche e fare le esperienze del proprio gruppo sociale di riferimento.
Secondo un articolo di Repubblica, non è la cultura e nemmeno l’arte a far muovere i turisti ma lo shopping; questo articolo sottolinea il fatto che più di un milione e mezzo di persone si muovono per fare acquisti . Un business da 1.6 miliardi di euro all’anno. Più di un milione e mezzo di turisti scelgono di visitare ogni anno Firenze,Roma,Milano , Torino e Veneziaper l’offerta retail, un dato rilasciato da Risposte Turismo, società di ricerca, consulenza a servizio che ha effettuato un’indagine su un campione rappresentativo di 2.500 turisti (italiani e stranieri), equamente diviso nelle cinque città da maggio a ottobre 2017.I turisti spendono mediamente 110 euro a testa al giorno così ripartiti: il 60% nell’abbigliamento, seguito da accessori e pelletteria (17,3%) e cosmetica e profumeria (3,6%).
Milano si aggiudica, di parecchie lunghezze sulle altre città, gli shopper più agguerriti e spendaccioni con il 15.4% che la sceglie proprio per lo shopping elargendo 121 euro al giorno, seguito da Firenze (6%) dove la spesa media è di 41,15 euro e Roma (3,8%) con 77,80 euro; staccate Venezia (1,4%) e Torino (1,1%). Milano è anche la “città dei sogni” a livello mondiale, decretata infatti prima della lista a livello mondiale seguita da New York, Parigi e Londra.
Se si va quindi anche coloro che non rilevano nello shopping la principale motivazione di turismo, i dati rimangono interessanti: la spesa media giornaliera in shopping (che non include le spese per trasporti, vitto, alloggio e ingressi ad intrattenimenti ed attrazioni quali ad esempio musei teatri o parchi) nelle cinque città risulta pari a 28 euro (55,7 euro a Milano, 30,1 a Firenze, 21,9 a Venezia, 18,4 a Torino e 16,8 a Roma).In base ai dati proiettati da Risposte Turismo sul totale delle presenze turistiche nel 2016, dati ISTAT potremmo dire che vale 1,6 miliardi di euro la spesa annuale in shopping da parte dei turisti nelle 5 città, di cui circa 610 milioni a Milano, 422 milioni di euro a Roma, 281 milioni a Firenze, 230 milioni a Venezia e 67 milioni a Torino. Infine, e vale per tre turisti su dieci, prima di dare il via alla prenotazione si verifica dove fare shopping e se ne vale la pena e per quattro su dieci nel “buon ricordo” del viaggio lo shopping gioca un ruolo molto o abbastanza importante.Il futuro? È nelle mani degli operatori del turismo e del retail che, insieme, possono fare molto per agevolare il lato ludico della shopping experience; ancora di più possono fare le imprese del mondo del food, retailer e produttori, per stimolare i viaggiatori ad ampliare il “made in Italy”, che infilano nella valigia del ritorno, anche al food. Qualcosa si muove, a partire da Fico appena inaugurato a Bologna, passando per il Balsamico Village, celebrazione dell’aceto balsamico, a Carpi, al piano food di Rinascente, Milano e il più recente flagship di Roma. Stazioni e aeroporti si stanno attrezzando, ma corrono più veloci le catene di ristorazione, mentre nicchiano quelle del retail divise tra propensione ai pendolari e pensieri per turisti e viaggiatori, quindi ancora poco identificabili; mentre, a parte qualche tempio del food, i centri cittadini hanno ancora una partita tutta da giocare.
LE TIPOLOGIE DI TURISMO
1. Turismo balneare
• Quando: in estate
• Dove: località di mare
• Chi: clientela varia (famiglie, giovani, terza età ecc.)
• Durata: medio-lunga
• Motivo: svago e divertimento
2. Turismo montano
• Quando: in estate e inverno
• Dove: località di montagna
• Chi: clientela varia (famiglie, giovani, terza età, gruppi ecc.)
• Durata: medio-lunga
• Motivo: svago e divertimento
3. Turismo lacuale
• Quando: in estate e primavera
• Dove: località di lago
• Chi: clientela varia (famiglie, giovani, terza età, gruppi ecc.)
• Durata: medio-lunga
• Motivo: svago e divertimento
4. Turismo verde
• Quando: in estate e in primavera
• Dove: parchi, riserve naturali, località rurali in campagna
• Chi: clientela varia (famiglie, giovani, terza età, scolaresche ecc.)
• Durata: breve
• Motivo: svago, relax
5. Turismo termale
• Quando: tutto l’anno
• Dove: località termali
• Chi: clientela varia (famiglie, giovani, terza età, ecc.)
• Durata: media
• Motivo: relax e cura
6. Turismo culturale
• Quando: tutto l’anno
• Dove: città d’arte
• Chi: clientela varia (famiglie, giovani, terza età, scolaresche ecc.)
• Durata: breve
• Motivo: cultura e studio
7. Turismo scolastico
• Quando: bassa stagione
• Dove: città d’arte, itinerari naturalistici
• Chi: scolaresche
• Durata: breve
• Motivo: cultura, studio e svago
8. Turismo religioso
• Quando: tutto l’anno
• Dove: città sante, santuari
• Chi: pellegrini, devoti, scolaresche
• Durata: breve
• Motivo: spirituale
9. Turismo congressuale
• Quando: tutto l’anno, bassa stagione
• Dove: località urbane e turistiche
• Chi: uomini d’affari, congressisti
• Durata: breve
• Motivo: lavoro
2.2. Prospettive di permanenza stabile
di Elisabetta Capoferri
Gli studi sulla soddisfazione del cliente hanno ricevuto notevole impulso fin dagli anni Ottanta. I risultati a cui sono pervenuti costituiscono ormai un corpus teorico cospicuo e variegato, che rende la soddisfazione del cliente un’area di ricerca matura. Durante gli anni Novanta il turismo ha rappresentato un fertile campo di applicazione di concetti e modelli di soddisfazione originariamente concepiti in altri settori, prevalentemente per i prodotti di consumo. Nelle applicazioni effettuate, tuttavia, le ricerche sulla domanda turistica hanno trascurato di integrare le numerose specificità dei business turistici, che rendono il turismo un fenomeno complesso e composito e aumentano le difficoltà di misurazione e comprensione della soddisfazione. Parallelamente, l’intensificarsi della competizione ha motivato i gruppi turistici nazionali ed internazionali ad ascoltare con maggiore attenzione il cliente, dotandosi di strumenti di rilevazione e investendo risorse per integrare il concetto di soddisfazione nei sistemi informativi di marketing. Questi sforzi hanno però fornito risultati di validità e attendibilità dubbie; di conseguenza, i dati sulla soddisfazione del turista restano ancora troppo spesso esclusi dai processi decisionali interni delle imprese turistiche. Negli ultimi anni sono apparsi alcuni contributi di critica alle ricerche sulla soddisfazione del turista (Ryan 1995; Oh e Parks 1997; Pizam e Ellis 1999; Bowen 2001a; Yüksel e Yüksel2001), ma hanno affrontato prevalentemente la problematica tecnico-statistica della misurazione o l’analisi dei fattori psicologici influenzanti la soddisfazione, trascurando di evidenziare la fonte prima dei problemi: la mancata considerazione del legame tra le caratteristiche strutturali che contraddistinguono il fenomeno turistico ed i modelli utilizzati. Alla base del presente contributo vi è la convinzione che sussista la necessità di ripensare l’approccio allo studio della soddisfazione nel turismo: il riacquisto di credibilità potrà così consentire di assegnare alle ricerche sulla soddisfazione una posizione più corretta nel processo decisionale delle imprese turistiche. In particolare, il lavoro si pone i seguenti obiettivi:
- evidenziare che le difficoltà incontrate nelle ricerche sulla soddisfazione del turista, sia a livello teorico che nella prassi operativa, sono originate dalla mancata valutazione delle specificità del comportamento del turista;
- enucleare i problemi generati dall’utilizzo di uno degli strumenti operativi principali di rilevazione della soddisfazione nel settore dell’hôtellerie: la scheda-clienti;
- delineare alcuni suggerimenti per coadiuvare le imprese turistiche nello sviluppo di progetti di ricerca e strumenti di rilevazione più efficaci.
L’Organisation Mondiale du Tourisme definisce i turisti a fini statistici, assumendo come parametri base la durata, la distanza e lo scopo della visita. Lo studio della soddisfazione si concentra sulla figura del turista come individuo: presuppone, quindi, una definizione non economico-statistica, ma qualitativa del turista. Da un punto di vista concettuale non statistico, il turismo può essere definito come l’insieme dei comportamenti degli individui nello svolgimento di un continuum di attività, motivate da bisogni, connesse alla mobilità territoriale verso destinazioni meno familiari, entro il breve termine (Casarin 1996). L’essere turista è un ruolo sociale assunto temporaneamente da un individuo, derivante da bisogni ricreativi (relax, riposo, divertimento)/ creativi, ed espresso in attività. Riferire il turismo ad un insieme delle attività del consumatore significa riconoscere la centralità della figura del turista nello studio del sistema turistico, e quindi ammettere la necessità di approfondire la conoscenza di tale figura. Lo svolgimento di queste attività, ad esempio la ricerca di informazioni sulle alternative di prodotto, attesta l’entrata dell’individuo nel ruolo turistico, nelle fasi iniziali del processo d’acquisto e consumo, ben prima della partenza, prima della rilevazione statistica della decisione d’acquisto, ed il temporaneo permanere dell’individuo in questo ruolo anche dopo il ritorno, quando si continua a consumare il prodotto nel comportamento post-acquisto, ad esempio durante le serate conviviali con proiezione di materiale audio-video. Lo studio della soddisfazione presuppone, dunque, l’accettazione di una definizione di turismo come forma di comportamento umano, non come manipolazione di parametri spaziotemporali. Per quanto concerne il concetto di soddisfazione, negli anni Sessanta e Settanta si sottolineava la componente cognitiva della soddisfazione. Ad esempio, Howard e Sheth (1969) definiscono la soddisfazione come lo stato cognitivo del consumatore per essere stato adeguatamente/inadeguatamente compensato per il costo sostenuto in una situazione d'acquisto. A partire dagli anni Ottanta è invece prevalsa una concezione definitoria che integra componenti cognitive e affettive (Woodruff, Cadotte e Jenkins 1983; Oliver e DeSarbo 1988). Nonostante l’esistenza di molteplici teorie sulla soddisfazione del cliente (Boss 1999), le ricerche sulla soddisfazione hanno finora utilizzato prevalentemente la teoria expectancydisconfirmation, secondo la quale gli individui effettuano acquisti sulla base di aspettative risultati. Il confronto tra performance e aspettative produce “disconfirmation” positiva, negativa o nulla, quindi rispettivamente soddisfazione positiva, negativa, nulla. Gli studiosi interpretano il costrutto della disconfirmation come un confronto soggettivo da parte del consumatore tra performance e aspettative (Oh e Parks 1997, 44). Pertanto la rilevazione della soddisfazione presuppone la misurazione delle aspettative e delle performance, il che nel turismo, come vedremo,pone specifici problemi. La corretta valutazione dello stato di soddisfazione richiede preliminarmente la comprensione dell’insieme di fattori caratterizzanti il ruolo del turista. Si cercherà di mostrare, ora,come da tali caratteristiche del comportamento turistico, con particolare riferimento al processo d’acquisto e consumo, derivino le difficoltà incontrate dalle ricerche sulla soddisfazione del turista. Ad esse va aggiunta la natura composita del prodotto turistico, un elemento che contribuisce senz’altro a rendere più complesso il quadro in cui si effettuano le rilevazioni in oggetto.
La mobilità spaziale è una componente connaturata al turismo, sia esso regionale, nazionale o internazionale, ma deve spingersi al punto di far entrare l’individuo in un ambiente e in una comunità significativamente diversi da quelli abitualmente vissuti (Leiper 1990, 45). Il viaggio implica una forma di distacco geografico e psicologico, di fuga temporanea da certi ambienti e/o condizioni, seguita dal ritorno alla situazione originaria presso la località di domicilio, ma in condizioni personali psico-fisiche differenti.La distanza tra luogo d’origine e luogo di destinazione turistica determina difficoltà nella realizzazione operativa della ricerca sulla soddisfazione, difficoltà sormontabili solo a costi elevati.Una parte del processo d’acquisto avviene lontano dal luogo di erogazione del servizio, in contesti locali poco noti se non del tutto sconosciuti. Raramente si esplora come questi contesti locali influenzano le aspettative di vacanza. Una conoscenza più approfondita richiederebbe il ricorso a società di ricerche di mercato nei Paesi d’origine dei flussi turistici.La somministrazione del questionario dovrebbe avvenire nel luogo d’origine dopo la vacanza, al fine di rilevare il giudizio del turista nel luogo dove la soddisfazione termina di formarsi e inizia a produrre eventuali effetti, ma ciò appare spesso eccessivamente costoso. Nel caso di vari target turistici, l’utilizzo di Internet non sembra rappresentare una strategia idonea di raccolta dati (ad esempio, per gli anziani). Nelle indagini postali, il distacco psicologico che accompagna quello spaziale tende a ridurre il tasso di risposta. La somministrazione avviene, così, alla partenza dalla destinazione o alla frontiera in uscita (per le indagini a carattere istituzionale pubblico): questa modalità sembra meno efficiente della somministrazione nel luogo d’origine dopo la vacanza, in quanto il processo di costruzione della soddisfazione non può ancora considerarsi realmente terminato.
La mobilità temporale è componente costitutiva del turismo, in quanto il ruolo turistico sussiste in un arco temporale che inizia con la percezione del desiderio di essere lontani dall’ambiente in cui si risiede abitualmente e termina con il completo reinserimento dell’individuo nelle condizioni di vita abituali, quando gli input psicologici e socioculturali del tour vengono assimilati nella routine quotidiana e le attività esperite vengono comunicate e confrontate con quelle di altri soggetti (parenti, amici, colleghi). Riconoscere la natura di processo del viaggio turistico comporta una serie di conseguenze rilevanti per le ricerche sulla soddisfazione. Innanzitutto sorge il problema del periodo nel quale effettuare la rilevazione. Le aspettative iniziali del turista subiscono modifiche e conferme, sono cioè sottoposte ad apprendimento durante il consumo del prodotto. Registrare le aspettative dopo l’arrivo alla destinazione significa consentire la distorsione dei dati a causa dei primi service encounter (Danaher e Mattsson, 1994), quindi perdere il termine di confronto rispetto al quale valutare la performance. Inoltre è dubbio che il turista intervistato presso la destinazione si ricordi esattamente quali erano le sue aspettative originarie nei confronti del prodotto esperito (Loundsbury e Hoopes, 1985). La duplice misurazione delle aspettative prima dell’arrivo e della performance dopo la partenza è stata realizzata in studi accademici (ad esempio Pizam e Milman, 1993), ma molto raramente nella prassi aziendale.Un altro problema operativo, derivante dalla percezione della limitatezza del tempo di vacanza, riguarda la condizione di fretta nella quale si trova spesso l’intervistato in partenza, con conseguente rischio di minore attendibilità delle risposte. A seguito del ritmo sincopato dei flussi turistici, la rilevazione deve inoltre essere realizzata in breve tempo, e se non si raggiunge il campione programmato nel progetto di ricerca vi sono scarse possibilità di recupero.
Per la maggior parte della popolazione il comportamento turistico, inteso come viaggio con pernottamento, si manifesta occasionalmente: raramente più di due/tre volte all’anno. Anche l’acquisto ripetuto della medesima vacanza viene cadenzato in periodi di tempo estesi. A motivo della relativa sporadicità, e dell’elevato coinvolgimento che comporta, l’esperienza turistica tende ad essere “vissuta” in anticipo, e successivamente ad essere ricordata con una intensità superiore a quella di altri svaghi. La frequenza ridotta può, inoltre, stimolare l’individuo ad affastellare un eccessivo numero di attività diverse nella stessa vacanza, con il risultato di trarre insoddisfazione da esperienze affrettate e/o superficiali. La natura sporadica della vacanza dovrebbe suggerire uno spostamento di focus della ricerca dalla soddisfazione relativa ad una singola transazione all’evoluzione delle aspettative, delle performance e della soddisfazione nel tempo, ovvero agli studi tracking longitudinali di una serie di vacanze. Questi studi consentirebbero di capire più approfonditamente le correlazioni da un lato tra soddisfazione rispetto ai singoli attributi di prodotto e soddisfazione totale, dall’altro tra soddisfazione totale e intenzioni di comportamento (riacquisto, reclami, bouche-à-oreille). Tali correlazioni vengono invece perse quando le rilevazioni non hanno carattere di continuità.
Il turista interagisce con addetti appartenenti ai diversi settori turistici, con addetti di altri settori (ad esempio, strutture sanitarie locali), con i residenti presso la destinazione turistica, con altri turisti, e la soddisfazione che trae da queste quattro interazioni è parte significativa della soddisfazione globale dell’esperienza di vacanza. La socializzazione figura tra le principali modalità di conseguimento degli obiettivi di relax e di divertimento, al punto che la mancanza di occasioni di socializzazione può determinare, coeteris paribus, una valutazione complessivamente negativa della propria esperienza turistica. Strutture ricettive come ad esempio villaggi turistici e navi da crociera sono progettate in modo da agevolare gli incontri tra gli ospiti. Il turista, tuttavia, spesso non conosce in anticipo le persone con cui dovrà interagire. Si pensi al viaggio organizzato, che obbliga un gruppo a vivere esperienze comuni lungo un itinerario,o anche soltanto al passaggio aereo, che costringe alla contiguità per ore: il turismo di massa non tiene in particolare considerazione l’eventuale sensibilità degli individui allo status ed ai suoi simboli. Nei gruppi si mescolano soggetti di estrazione sociale e culturale diversa, con abitudini che possono apparire talora strane e criticabili. Appare evidente che l’elevata intensità di socializzazione e di comunicazione interpersonale rappresenta per le aziende turistiche allo stesso tempo un’opportunità da cogliere ed una sfida da gestire. Un’esperienza positiva di socializzazione è importante al punto da poter giungere a spiegare perché talvolta il turista si dichiara soddisfatto anche se le performance degli attributi di prodotto “hard” (vitto, camera, ecc.) risultano inferiori alle aspettative. Nonostante questo ruolo, i quattro tipi di socializzazione vengono scarsamente considerati nelle rilevazioni sul campo, forse perché,trattandosi di elementi del tutto immateriali, la loro rilevazione sembra difficile se ci si affida esclusivamente alle indagini quantitative.
Lo svago turistico risulta generalmente più costoso rispetto agli altri tipi di svago. Il turista presta perciò maggiore attenzione al valore effettivo del prodotto acquistato, ed alla sua effettiva corrispondenza al costo sostenuto. Inoltre l’individuo che desidera acquistare una vacanza deve prendere alcune decisioni complesse, riguardanti quale prodotto comprare, dove e quando comprarlo. Poiché gli esiti di queste decisioni sono spesso incerti, deve affrontare un determinato grado di rischio. Vi sono segmenti di domanda che tendono a percepire un alto livello di rischio in molte situazioni di consumo: questi high-risk perceivers limitano la loro scelta del prodotto turistico ad un ristretto numero di alternative sicure (ad esempio poche destinazioni in Paesi noti e confinanti). Viceversa, i low-risk perceivers tendono a rischiare una scelta insoddisfacente piuttosto che limitare il numero di alternative tra cui scegliere. Accettazione del rischio ex ante e soddisfazione ex post sembrano quindi collegati (Moutinho 1987, 25): la probabilità del turista di essere soddisfatto dipende in parte dalla sua predisposizione al rischio. Il costo, il rischio, e quindi l’elevato coinvolgimento del turista nella scelta del prodotto turistico hanno anche un effetto sulle aspettative e sulle performance. Se, in generale, nei servizi si rilevano sistematicamente valori delle aspettative più elevati delle performance (Parasuraman, Zeithaml e Berry, 1991; Parasuraman, Zeithaml e Berry, 1994), nel turismo ciò sembra ancora più probabile, come confermato da numerosi studi (ad esempio Bojanic e Rosen, 1995; Yüksel e Rimmington, 1998). Sembra che il turista si aspetti sempre la massima performance su tutti gli elementi del prodotto. Ma aspettative molto elevate dovrebbero significare sistematica disconfirmation negativa e quindi sistematica insoddisfazione. D’altro lato, l’elevato coinvolgimento rende il cliente sensibile agli sbalzi di performance e lo stimola ad una valutazione particolarmente attenta.
In ogni momento dell’anno, solo una parte limitata della popolazione può accedere al turismo, specialmente a quello internazionale. Rispetto al resto della popolazione, quindi, i turisti possono maturare una percezione di esclusività che va ad aumentare il valore attribuito al prodotto turistico. Il prodotto acquistato contribuisce a comunicare la posizione del soggetto nel gruppo e nella società. Quando questa esclusività diventa il fattore motivante principale del viaggio, il significato stesso dell’attività leisure viene travisato; il comportamento dei turisti status-oriented crea spesso problemi, soprattutto al personale incaricato di gestire l’interfaccia aziendale con la clientela . In primo luogo, nelle persone che si accostano alla prima esperienza di acquisto di un prodotto turistico, la percezione di esclusività può talvolta contribuire alla creazione di aspettative irrealistiche, pericolose perché quasi sempre impossibili da soddisfare. Ad esempio, quando nel turista sussiste la convinzione che ad un determinato prezzo della camera d’albergo debbano corrispondere servizi irrealisticamente elevati. I risultati sono irritazione ed insoddisfazione. In secondo luogo, il desiderio di status spinge il turista a visitare brevemente la destinazione secondo un modello “one brief stay”, senza approfondirne le potenzialità di soddisfazione dei bisogni ricreativi e/o creativi, giusto il tempo per poter affermare “sono stato a …”. E poiché una singola visita è sufficiente a soddisfare i bisogni di stima e status, il turista tende a non tornare nella località visitata. La soddisfazione non produce, in questo caso, le intenzioni di riacquisto desiderate dagli operatori.
Numerosi business turistici producono la confluenza nei medesimi impianti (hotel, aerei,villaggi turistici, ecc.) di domanda proveniente da culture anche radicalmente differenti. Il medesimo prodotto turistico può essere fruito da consumatori caratterizzati da valori, tradizioni,abitudini sensibilmente diversi, mentre le possibilità di adattamento personalizzato del prodotto sono limitate. In realtà molti prodotti destinati ad una clientela internazionale presentano standard che sono frutto di mediazione tra esigenze nettamente differenti. Si noti, inoltre, che è tipico del turista considerare il comportamento che egli stesso abitualmente assume nel consumo del servizio tra le mura domestiche come uno degli standard di riferimento per valutare il prodotto acquistato. Ad esempio, il turista può confrontare il vitto dell’albergo con le proprie abitudini culinarie, la pulizia della camera con quella del proprio domicilio, le prestazioni dell’auto noleggiata con quelle della propria auto, ecc. La multiculturalità pone una serie di problemi alla misurazione della soddisfazione, sia nel caso di impresa single-unit o multi-unit ma con impianti in un solo Paese, sia per l’impresa plurilocalizzata in più Paesi. Turisti provenienti da culture diverse possono, infatti, manifestare aspettative diverse nei confronti del medesimo prodotto, assegnare diversa importanza ai fattori,percepire in modo diverso le performance (Pizam ed Ellis, 1999, 335). Si possono registrare dati di soddisfazione sensibilmente differenti da cultura a cultura senza che ciò sia imputabile al prodotto,bensì alle modalità di effettuazione della ricerca. Il medesimo progetto di ricerca non può essere proposto in ambienti socio-culturali del tutto dissimili. In tutte le ricerche su turisti di culture diverse, ad esempio, l’interpretazione dei costrutti utilizzati nel questionario può essere differente così come quella della scala di misura; il concetto di indifferenza può non esistere presso alcune culture; il modo in cui sono raggruppati e presentati gli argomenti del questionario può influenzare le risposte. Nelle ricerche internazionali delle imprese multi-unit sorgono ulteriori problemi:l’omogeneità tra i campioni utilizzati in Paesi diversi può risultare scarsa per frequenza d’acquisto, motivazione, ecc., minando così l’opportunità del confronto cross-cultural; l’opzione di impiegare più di una scala per limitare il potenziale di distorsione (Schofield 1999, 107) si rivela difficilmente realizzabile a causa dei costi e dei tempi necessari; le difficoltà interpretative aumentano, perché occorre scontare le variazioni indesiderate degli standard qualitativi in impianti dislocati in aree geografiche radicalmente differenti tra loro.
La rilevanza della partecipazione del turista alla produzione e all’erogazione del prodotto tende ad aumentare in molti business turistici (si pensi alle attività nei villaggi turistici, al turismo sportivo, ai business self-service, ecc.). Il contributo può essere attivo o passivo, spontaneo o sollecitato, accettato o forzato. La partecipazione tende a modificare in senso favorevole il quadro psicologico del cliente, la sua autonomia e la sua possibilità di controllare la situazione in cui si trova; inoltre favorisce la produttività dell’azienda, che trasferisce al cliente alcuni compiti altrimenti svolti dal personale di contatto. Una maggiore partecipazione del turista alla produzione del servizio comporta, tuttavia, maggiore difficoltà nel comprendere le correlazioni tra il livello di soddisfazione/insoddisfazione e le intenzioni di comportamento. Come conseguenza di questa partecipazione, infatti, il turista tende ad auto-attribuirsi una parte della responsabilità dell’eventuale insoddisfazione. Ad esempio, il potenziale turista può imputare l’incapacità dell’agente di viaggi nel reperire una combinazione appetibile volo-alloggio al ritardo con cui si è rivolto all’agenzia e alla propria indecisione sul tipo di vacanza da effettuare. Ciò allenta la coerenza tra la soddisfazione espressa e le conseguenti intenzioni di comportamento (riacquisto, reclamo, bouche-à-oreille). D’altra parte, appare molto difficile scorporare questa auto-attribuzione dalla valutazione espressa quantitativamente nel questionario.
Il turista, prima della partenza, dispone di un insieme limitato di informazioni relative a componenti tangibili e intangibili del prodotto acquistato. L’ammontare di informazioni è molto ridotto quando l’individuo è alla prima esperienza presso una certa destinazione. Nel turismo è legittimo chiedersi se il deficit informativo iniziale del turista pregiudichi la possibilità di costruire aspettative specifiche prima del viaggio. E’ probabile che le aspettative ex ante siano inerenti ad attributi generici (il comfort della camera), ma che il turista sperimenti anche una serie di attributi di prodotto non previsti (ad esempio, il funzionamento dei comandi elettronici centralizzati delle dotazioni di una camera d’albergo), rispetto ai quali non aveva maturato aspettative. Questo significa che, nel turismo, la capacità della disconfirmation di predire la soddisfazione e il comportamento post-acquisto dovrebbe risultare tendenzialmente inferiore rispetto ad altri business. Il turista, come altri consumatori di servizi, manifesta un’intensa attività di ricerca d’informazioni e di valutazione nella fase post-acquisto. Ciò rende applicabile anche al turismo il modello “dissonance-attribution” di risposta alla comunicazione (Ray 1982), secondo il quale la maggior parte della valutazione viene effettuata durante e dopo il consumo. Durante il consumo il turista sviluppa il suo atteggiamento verso il prodotto, e dopo il consumo continua l’apprendimento manifestando particolare attenzione ai messaggi di varia natura che supportano la scelta effettuata. Anche la fase post-consumo costituisce, quindi, un momento cruciale per la determinazione del
successo o dell’insuccesso del prodotto. A ciò si aggiunga che la ricerca di informazioni da parte del turista utilizza maggiormente le fonti personali rispetto alle fonti impersonali, perché le prime riescono a comunicare le experience qualities meglio di quanto possano fare televisione e stampa. Come è noto, le fonti personali sono difficilmente controllabili dal produttore. Le informazioni ricevute nella fase di consumo e post-consumo e da fonti personali possono colmare il deficit informativo iniziale ed influenzare il livello finale di soddisfazione del turista. La frequenza del confronto post-experience con altri turisti e la disponibilità del turista ad accogliere informazioni in questa fase fanno sì che nel turismo sia possibile l’imputazione della soddisfazione/insoddisfazione a cause diverse dall’incontro tra aspettative e performance. L’insoddisfazione può comparire anche se nel questionario risulta che la performance del prodotto ha incontrato le aspettative (Yüksel e Yüksel, 2001, 123): ad esempio, perché il prezzo pagato dall’amico che ha visitato la medesima destinazione ma con un tour operator diverso risulta inferiore.
Il consenso e la negoziazione sono momenti usuali nel processo d’acquisto dei prodotti turistici, in quanto la scelta viene frequentemente fatta da un gruppo (famiglia, amici).Lo stile decisionale riguardante la vacanza vede la forte presenza delle decisioni congiunte, benchè nella coppia i ruoli del marito e della moglie possano differire secondo la singola sottodecisione (date di viaggio, durata della vacanza, budget, ecc.). Nella valutazione della soddisfazione finale dovrebbero entrare, quindi, anche i giudizi sui benefici per la coppia, non solo quelli per il singolo individuo.
Nei settori turistici che presentano strutturalmente un’offerta superiore alla domanda in periodi speciali del giorno, della settimana, dell’anno (ad esempio l’hôtellerie, le linee aeree, i traghetti), il processo d’acquisto è caratterizzato dalla fase intercorrente tra la prenotazione della e la partenza. In questa fase l’individuo ha definito le proprie preferenze ed ha operato la scelta finale; è, quindi, a tutti gli effetti un turista, e come tale va analizzato. Come già detto, la condizione del turista in attesa di partenza non è cristallizzata. La sua percezione dell’immagine del prodotto, ad esempio, può cambiare, e con essa le aspettative. Inizia, inoltre, il fenomeno della “dissonanza cognitiva post-decisione”, perché il soggetto può fin d’ora ricevere nuove informazioni, relative a credi in conflitto con i credi originari relativi al prodotto prenotato. Ora le informazioni non sono più funzionali alla decisione di base, bensì da un lato all’esigenza di precisare meglio le aspettative, dall’altro all’esigenza sempre viva, benchè attenuata dalle fasi precedenti, di ridurre il rischio percepito nel consumo del prodotto. Pertanto non è indifferente misurare le aspettative prima della prenotazione o prima della partenza: è presumibile che le aspettative prima della partenza siano meno distanti da quelle che effettivamente fungono da standard di comparazione con le performance.
Il prodotto turistico ha carattere composito, in quanto comprende servizi offerti dalla singola azienda turistica, da altri operatori, dalla Pubblica Amministrazione, e risorse presenti nell’ambiente. Questa natura peculiare del prodotto è evidente quando si considera l’offerta tipica tour operator, il package comprensivo di trasporto, vitto e alloggio, ma permane sia nell’ipotesi che il turista acquisti il solo soggiorno alberghiero, perché così facendo egli considera necessariamente l’utilizzo di altri servizi pubblici e di attrazioni ambientali, sia nell’ipotesi ancor più semplificata che il turista si rechi con propri mezzi a visitare amici, perché utilizzerebbe comunque infrastrutture pubbliche, ad esempio ferrovie ed autostrade. In definitiva, l’individuo che desideri compiere una vacanza deve in ogni caso formulare una domanda che comprende una combinazione di servizi, che acquisterà (o utilizzerà, nel caso non si tratti di risorse commerciabili)in unica soluzione o con più operazioni successive durante il viaggio. Il primo problema posto dalla natura composita del prodotto turistico concerne il livello di aggregazione al quale misurare la soddisfazione, perché è evidente che il turista può esprimere aspettative e performance sensibilmente differenti se si riferisce alla vacanza nel suo complesso, alla destinazione, all’alloggio, alla camera. La scelta dovrebbe essere guidata in primis dal livello di mercato al quale si svolge la competizione. Tuttavia, anche i rapporti tra i risultati di soddisfazione rilevati ai differenti livelli di mercato forniscono risultati utili al management. E’ sempre interessante, ad esempio, agganciare la soddisfazione registrata dall’hotel alla soddisfazione rilevata
da un barometro più generale riguardante la destinazione. Il secondo problema riguarda quali attributi inserire nell’indagine. La varietà di business presenti nel turismo non consente di adottare una scala omogenea. E’probabile che ciascun settore turistico debba utilizzare una scala multi-attributo differente, per riflettere le caratteristiche della propria offerta. Inoltre tra gli studiosi non vi è accordo sul livello di specificità degli attributi da inserire (si confrontino, ad esempio, Barsky 1992 e Callan 1994). Le scale considerano, quindi, attributi diversi e con livello di specificità diverso. Ciò significa che i risultati della soddisfazione espressa in differenti questionari in relazione a differenti componenti (trasporti, alloggio, ristorazione, escursioni) della medesima vacanza non sono comparabili. E tuttavia la défaillance di una sola componente (ad esempio, il trasporto) può compromettere la soddisfazione relativa all’intera vacanza. Il paradosso della soddisfazione nel turismo è che spesso l’impresa turistica si concentra sulla soddisfazione espressa rispetto al proprio prodotto, mentre la soddisfazione della vacanza dipende da aspettative e performance relative a più componenti. Le intenzioni di comportamento dipendono dalla soddisfazione globale, più che dalla soddisfazione particolare. Questo significa che la misurazione della soddisfazione che si limiti al controllo degli elementi hard sui quali si può agire trascura la natura composita della vacanza ed è destinata a produrre risultati fuorvianti. Ad esempio, un elevato livello di soddisfazione nei singoli hotel di una destinazione può indurre la percezione che vi sia poco da fare per migliorare l’offerta ricettiva, mentre invece l’associazione di categoria potrebbe avviare progetti per accrescere la soddisfazione verso la destinazione nel suo complesso, riguardo all’ospitalità della popolazione, alla protezione ambientale, ecc.Inserire nella ricerca solo gli attributi del proprio prodotto, e solo quelli su cui si può intervenire, può condurre ad interpretazioni pericolose dei dati sulla soddisfazione.
2.3. La popolazione locale come protagonista
di Lorenzo Benedetti
Com’è ben noto il turismo è un fenomeno che è determinato da uno spostamento di individui da un luogo verso un altro luogo. Questo implica la generazione di un flusso di persone che si sposta verso altri posti in cui vivono altre persone. Ciò significa che, inevitabilmente, vi è un incontro tra individui con culture, linguaggi, ideologie, credenze, livelli di istruzione, di reddito e modelli comportamentali a volte anche molto differenti. Questi “incontri” determinano i cosiddetti impatti socio-culturali del turismo. Con questo termine sono quindi considerati sia i fattori sociali che culturali, questo perchè possono essere considerati come due facce della stessa medaglia, essendo che quasi sempre gli effetti sociali e culturali si sovrappongono. Di norma con l’analisi degli “impatti socio-culturali” si vogliono focalizzare gli effetti e i cambiamenti che vi sono sulla popolazione di una località per effetto dei visitatori. Secondo alcuni studiosi, però, questa visione è limitante in quanto vi possono essere dei casi in cui sono i soggetti “visitanti” ad essere influenzati dalla comunità visitata: vedremo più avanti il perchè.
Prima di tutto và detto che questi impatti non vanno intesi necessariamente come un qualcosa di negativo, altrimenti si potrebbe dire che il turismo sia un fenomeno completamente dannoso; ma come per quasi tutti i fenomeni anche qui si possono verificare impatti positivi, così come impatti negativi, o ancora un mix tra i due estremi.
Non sempre questi impatti sono facilmente misurabili ed individuabili con precisione e sicuramente gli effetti dipendono molto dalla provenienza dei visitatori e dal luogo visitato.
L’impatto determinato tra i turisti e gli ospitanti è un fenomeno che è stato studiato approfonditamente dai ricercatori, trovando nella classificazione dei turisti in “tipologie” uno strumento generalmente accettato.
Questa classificazione studia i turisti secondo un fenomeno preciso, come la motivazione o il comportamento.Di solito le tipologie sono due:
turisti da pacchetto: sono alla ricerca di attrattive di tipo occidentale, sono spesso associati ad alti livelli di crescita e causano spesso una ristrutturazione dell’economia locale.
Turisti indipendenti: questi si adattano meglio all’ambiente locale e alla struttura sociale, sono associati a tassi di crescita relativamente bassi e conducono spesso a sviluppi di strutture di proprietà locali.
A questa si può affiancare una classificazione più dettagliata, come quella proposta da Smith, in cui vi è una relazione tra tipologia dei turisti, frequenza del tipo di turismo da loro generato e grado di accettazione delle norme locali:
Turisti Esploratori: sono in numero limitato caratterizzati da una completa accettazione delle norme locali.
Turisti d’elite: Osservati raramente e si adattano completamente alle norme locali.
Anticonformisti: Rari e presentano un buon adattamento.
Turisti insoliti: Occasionali e si adattano abbastanza.
Turisti di massa incipienti: Flusso costante ed in cerca di attrattive occidentali.
Turisti di massa: Flusso continuo. Attendono attrattive occidentali.
Turisti charter : Arrivi massicci e domandano attrattive occidentali.Generalmente gli impatti socio-culturali possono essere diretti, indiretti ed indotti.
Diretti: Questo avviene quando è presente un contatto con la popolazione ospitante e si verifica il cosiddetto effetto di dimostrazione, ovvero i turisti influenzano il comportamento con il loro esempio.
Indiretti: in seguito all’effetto di dimostrazione la popolazione stessa influenza altri membri della comunità in seguito al loro mutamento di comportamento e atteggiamento.
Indotti: se la destinazione ha successo questo implicherà un miglioramento economico e quindi possibilmente un aumento del reddito andando a modificare la modalità di consumo della popolazione locale e generando anche nuovi bisogni.Alcuni impatti negativi e positivi
Tra gli effetti negativi degli impatti socio-culturali sono compresi:
-Aumento della criminalità: Il tasso di criminalità generalmente aumenta con l’espandersi di un’area urbana, inoltre la presenza in gran numero di turisti con grande quantità di denaro, macchine fotografiche, gioielli, orologi preziosi e altro può aumentare la presenza di criminali nel luogo di destinazione. Tuttavia è difficile stabilire se un aumento della criminalità può essere imputato al turismo o semplicemente a causa di un aumento della densità di popolazione.
-Standardizzazione: al fine di aumentare la domanda turistica e soddisfare il visitatore potrebbe verificarsi l’offerta di servizi che riproducono gli standard di consumo quotidiano del visitatore stesso pur mantenendo in parte una certa originalità. In altre parole potrebbe esserci uno snaturamento dei servizi offerti, in modo tale che ci sia una percezione di “esotico”, ma in modo non eccessivo, al fine di far nascere una sensazione di normalità e quindi di sicurezza nel visitatore. Probabilmente è anche questo il motivo per il quale hanno avuto molti successo i villaggi turistici, a testimoniare che il turista di massa è alla ricerca di quella “familiarità” anche in luoghi lontani ( turismo istituzionalizzato, come lo definirebbe Cohen).
-Tensioni sociali dovute ad un non rispetto da parte dei turisti delle usanze, credenze e modi di comportarsi della comunità locale. Spesso questo è legato ad una cattiva informazione e ignoranza del turista circa la cultura locale. Inoltre, come spesso accade, il turista adotta un comportamento diverso nel periodo della vacanza rispetto a quello adottato nella propria città durante la sua vita quotidiana.
-Irritazione della popolazione locale:questo può essere dovuto a diversi fattori, come ad esempio una non partecipazione della popolazione all’attività turistica e quindi nessuno o scarso ritorno economico alla comunità locale, la quale ne sorbisce solo gli effetti negativi, oppure un’esclusione della popolazione da intere aree naturali che vengono completamente dedicate all’attività turistica ( spiagge private, zone costiere e/o bellezze naturali non accessibili etc..) così come a causa del degrado ambientale e deturpazione di risorse culturali causate dal turismo o ancora da un’eccessiva enfatizzazione della differenza di ricchezza tra turisti e locali: esistono alcune circostanze in cui i turisti sono più ricchi della popolazione ospitante, ma questa situazione può essere messa ancora più in risalto dal fatto che i visitatori spesso hanno, come già detto, un comportamento e quindi anche modalità di spesa diversi quando sono in vacanza, il che può portare a diverse problematiche e creare irritazione. Secondo Doxey il processo di irritazione è caratterizzato da cinque punti:
1) livello di euforia: in questo stadio il turista è benvenuto dalla popolazione grazie all’entusiasmo dello sviluppo del turismo
2) livello di apatia: in questa seconda fase lo sviluppo del turismo è iniziato ed è in espansione. Il turista viene visto come fonte di profitto.
3) livello di irritazione: Si raggiunge un punto di saturazione, la comunità non è in grado di reggere ulteriori afflussi di turisti.
4) antagonismo: in questa quarta fase inizia a nascere un sentimento di antagonismo verso il turista che viene visto come portatore di problemi.
5) fase finale: il turista si muoverà verso altre destinazioni. La condizione di un incontro fallito tra diverse tipologie di individui si è verificato.-Stress causato dallo sfruttamento delle risorse: ciò è particolarmente vero in luoghi in cui vi è un reale deficit di risorse, ad esempio di quelle idriche. Nonostante ciò le popolazione vede dirigere parte delle scarse scorte di acqua verso Hotel o altre strutture dedicate ai turisti a discapito della comunità stessa.
Altri aspetti negativi sono dovuti ad una progressiva perdita di identità locale della destinazione turistica:
-Mercificazione: per mercificazione si intende uno sfruttamento di cerimonie, rituali, simboli; Ad esempio un determinato rito viene abbreviato, reso più “colorato”,drammatico e spettacolare per catturare l’immaginazione del turista che in ogni caso non possiede le conoscenze adeguate per capire il vero significato del rituale originario. La cultura diventa quindi “merce” per andare incontro alle aspettative dei turisti. Altro esempio possono essere souvenir da mettere in vendita sfruttando simboli del luogo che originariamente avevano altri significati che spesso perdono il valore originario anche per le generazioni future della comunità stessa. C’è da dire che a volte, però, la domanda turistica mantiene ancora in vita tradizioni che erano in decadimento nelle destinazione.
-Autenticità messa in scena: In alcun casi è andata crescendo la consapevolezza del pubblico riguardo alle differenze culturali ed etniche, tant’è che una parte della domanda richiede destinazioni che offrano una autenticità culturale, ossia una penetrazione nella cultura locale, il che ha avuto come conseguenza lo sfruttamento di questa identità culturale da parte della comunità locale come mezzo promozionale del sito stesso. Questo ha posto però un dilemma: rendere pienamente partecipi individui estranei della vera cultura locale o tenere le due cose sparate al fine di evitare una contaminazione culturale? E quindi, soddisfare questa domanda o preservare la vera identità culturale?
A questo proposito è stata considerata la possibilità dell'”autenticità messa in scena”, che permetterebbe di soddisfare la domanda e proteggere la cultura. Vediamo di capirci meglio:
I turisti, prima di raggiungere la destinazione, presentano un penetrazione nel tessuto culturale di un luogo x non molto profondo ( informazioni, tv, sentito dire). Arrivati a destinazione, spinti quindi da motivazioni culturali, “toccano con mano” la cultura del luogo, che viene percepita come autentica. A questo punto il livello di penetrazione è più profondo. In realtà si tratta, appunto, di una messa in scena e quindi la vera identità culturale viene tenuta nascosta, come se ci fosse una barriera invisibile oltre la quale non è permessa un’intrusione estranea. Nel lungo periodo, però, questa “barriera” potrebbe spostarsi sempre più verso il vero patrimonio culturale e quindi il pericolo di contaminazione potrebbe verificarsi. Così come l’attuarsi di questa “messa in scena” potrebbe, col tempo, generare confusione su ciò che è il vero patrimonio e ciò che è stato mostrato andando a modificare il patrimonio stesso. In alcuni casi la messa in scena non è in sé per sé un fattore negativo.Alcuni aspetti socio-culturali positivi:
-Scambio culturale: il turismo, quando correttamente sviluppato, spinge ad un incontro rispettoso tra diverse culture, credenze e altri aspetti che sono assolutamente positivi. Può quindi incoraggiare la comprensione reciproca tra diverse etnie e contribuire ad una diminuzione dei pregiudizi.
-Maggiore interesse verso il patrimonio culturale della destinazione e quindi una spinta da parte della popolazione locale alla conservazione della sua cultura: inoltre l’interesse verso la storia, la cultura, i riti, credenze ed altro può contribuire a far nascere o rinascere l’orgoglio della comunità ospitante per il suo patrimonio culturale e quindi promuovere tradizioni e consuetudini locali insieme ad una gestione sostenibile degli spazi naturali.
-Aumento del benessere: Ad esempio sviluppo e migliorie nei trasporti, sanità, creazioni di parchi, aumento dell’occupazione e quindi riduzione di povertà, aumento delle possibilità di svago e divertimento.
-Immagine: Questi fattori, messi insieme, contribuiscono a migliorare l’immagine della destinazione e quindi a valorizzarla.Da notare, come accennato ad inizio articolo, che esiste anche un’influenza che in alcuni casi viene esercitata dalla popolazione ospitante sui visitatori, quindi all’inverso. Come ad esempio l’adozione di vestiario, cambiamento del consumo di cibi e bevande tipici dei Paesi visitati che vengono “importati” nel Paese di residenza dei turisti divenendo, a volte, di utilizzo comune.
2.4. Il concetto di “Slow Mobility”
Di Marco Rossi
LENTEZZA, PEDONALITA’, PEDONABILITA’
Il concetto di lentezza, ultimamente ha acquisito un’accezione completamente nuova e diversa dal passato, fungendo da modello culturale di comportamento, e come causa di una diversa concezione della propensione al consumo e della qualità della vita. Anziché parlare di moda o di fenomeno momentaneo, indichiamo il concetto di Slow (lentezza) come una filosofia di vita, un movimento sociale che negli ultimi anni prende sempre più piede da un punto di vista socio-economico nelle comunità locali. Lentezza, in ambito turistico, vuol dire ricerca, riscoperta di ritmi, territori, comunità, e vuol dire anche novità per ciò che riguarda l’esperienza turistica. Il turismo Slow ha la qualità di permettere una valorizzazione del senso e dell’essenza di un luogo, attraverso anche la costruzione e la nascita di rapporti tra turisti e comunità locali. E questo costituisce un vero e proprio cambiamento nei costumi e nella cultura, a tal punto che il territorio non svolge più una funzione passiva, o per meglio dire scenografica, ma partecipa attivamente all’integrazione e alla soddisfazione dei turisti. Il concetto di lentezza è, sempre turisticamente parlando, indissolubilmente legato al termine pedonalità, rivalutato rispetto agli anni passati. Quest’ultimo è stato sempre ritenuto un atteggiamento marginale, secondario. Marginale perché ha sempre rispecchiato la classe povera, la classe di quelle persone che non avevano le possibilità economiche per acquistare dei mezzi di trasporto motorizzati, e dunque si muovevano a piedi. Secondaria perché, da un punto di vista statistico, i turisti che preferiscono muoversi a piedi sono di numero nettamente inferiori (Il 18% circa del totale) a coloro che, invece, scelgono di spostarsi in auto. La sostenibilità, improntata generalmente su un turismo “d’élite”, ritiene, invece, che la pedonalità sia una pratica virtuosa ed emozionale, in quanto non viene considerata più come una semplice modalità di spostamento, ma un vero e proprio stile di mobilità che cambia la percezione e l’approccio alle cose (attrattive, culture, tradizioni, etc.). Spesso si parla di estraneità, nel percorrere a piedi percorsi veramente suggestivi, nell’ammirare, nel contemplare, nell’abitare solo per un attimo in luoghi sconosciuti ma allo stesso tempo evocativi. Il camminare consente inoltre una sorta di coinvolgimento sensoriale ed emotivo. Vista, udito, olfatto, tatto e gusto vengono stimolati in continuazione, permettendo al turista di cogliere sempre nuove sfaccettature. Se si pensa anche al fatto che il camminare è la pratica di spostamento più antica che esiste, allora ciò riporta ad effetti e sensazioni per così dire tribali, uniche, che amplificano il coinvolgimento emotivo. Tali considerazioni, però, possono coesistere solo se come modello spaziale vengono prese delle località delineate da una particolare qualità, quella che in Gran Bretagna prende il nome di walkability, ossia la pedonabilità. Costituisce la proprietà che hanno i luoghi di essere percorsi e visitati a piedi: un insieme di condizioni ambientali ed infrastrutturali atte a sostenere e favorire lo spostamento pedonale. E certamente, in ambito immateriale, è un qualcosa di funzionale ad un aumento dell’attrattiva delle risorse che caratterizzano una località.
PIANIFICAZIONE SOSTENIBILE
La particolare attenzione verso un miglioramento della walkability delle località turistiche è un tema che è diventato protagonista di studi e progetti di pianificazione sostenibile, proprio per migliorare la qualità della vita. Sono però idee molto prossime all’utopia, in quanto dipendono da numerosi fattori negativi, quali la disattenzione verso i turisti e la trascuratezza dei contesti spaziali della mobilità. Bisogna considerare anche la stagionalità come fattore negativo e ostacolante per una pianificazione sostenibile. L’eccessivo afflusso di turisti rende più difficile la gestione della mobilità, se si tiene conto anche della limitata capacità delle infrastrutture “sostenibili”. E’ l’offerta che deve preservarsi, e, di conseguenza sostenere le necessità e i bisogni del turista, non viceversa. E’ responsabilità delle destinazioni dell’offerta curare la loro sostenibilità, e questa potrà esistere solo quando passeremo da ideologia a pratica quotidiana condivisa, in quanto conviene materialmente, economicamente e socialmente. Indicazioni pratiche già sperimentate in vari paesi europei confermano il successo di una pianificazione sostenibile, iniziative e strategie che naturalmente andrebbero a favorire anche le attività turistiche dei Monti Sibillini, in un periodo di stagno a causa delle calamità sismiche avvenute pochi anni fa. Esse sono:
1. Commercializzazione dei prodotti locali, soprattutto prodotti enogastronomici caratteristici ed emblematici del territorio considerato;
2. Sviluppo delle capacità e delle competenze nelle comunità locali che siano in grado di rispondere alle esigenze e alle necessità dei turisti, soprattutto in termini di ricettività ed ospitalità;
3. Creazione e valorizzazione di strutture legate alla commercializzazione dell’artigianato;
4. Esaltazione delle bellezze naturali e paesaggistiche e della tranquillità dei luoghi;
5. Sviluppo di forme alternative di ricettività che non danneggino l’ambiente circostante
C’è il bisogno, tuttavia, affinché si concretizzino questi disegni, di un senso di appartenenza da parte della popolazione locale e di un senso di coinvolgimento della situazione. Questo è proprio un approccio di utopica realizzazione ma che può condurre a risultati davvero innovativi. Il turismo sarà sostenibile quando non sarà più definito così, e quando il senso di responsabilità etico-ecologica diventerà insito nell’ offerta turistica.
SLOW MOBILITY
Lentezza, pedonabilità e pedonalità convergono in un solo termine: Slow Mobility. La S. M., ossia la mobilità lenta, è un concetto che si lega ad un approccio consapevole ai luoghi, alle identità storiche, paesaggistiche ed artistiche, che caratterizzano un territorio e lo rendono un bene culturale a tutti gli effetti. E’ un concetto che emerge dai movimenti dello SLOW FOOD e dagli SLOW CITIES MOVEMENTS, nati e sviluppati in Italia dal 1980 al 1990. Il movimento SLOW FOOD è stato avviato dal sociologo e scrittore gastronomico Carlo Petrini, come risposta ad un McDonald aperto in una delle zone centrali di Roma. Lo slow food è un tentativo di opposizione al fenomeno di consumismo globale che “circonda” ormai da tempo i Fast Food. L’altro movimento, lo SLOW CITIES MOVEMENTS si concentra invece sullo sviluppo turistico dei luoghi che godono di una buona reputazione basata sul buon cibo, sugli ambienti sani e sulle economie sostenibili. La SLOW MOBILITY è associata nel linguaggio comune alle forme di mobilità pedonali e ciclabili, in contrapposizione alle forme convenzionali di mobilità a motore. Oltre allo spostamento pedonale e ciclabile esistono altri sistemi di mobilità lenta, come ad esempio le ippovie, le vie d’ acqua, le strade panoramiche a percorrenza lenta e percorsi di slow mobility supportati da collegamenti prossimi come il bus o il treno. Vengono riprese e riutilizzate anche vecchie infrastrutture come ferrovie abbandonate o sentieri di età storica, permettendo ai turisti e ai locali una maggiore pedonalità. La definizione va poi ad incrociare territori e significati più ampi quando si relaziona con il paesaggio: lì si carica di una dimensione percettivo-conoscitiva, turistica e anche strategica, nel senso che favorisce l’accesso al paesaggio considerato e ai beni ambientali in esso contenuti. La scoperta, o meglio la riscoperta di itinerari di tipo slow, si inserisce completamente nella branca del turismo sostenibile, e perché no, anche In quella del turismo cosiddetto emozionale, che si alimenta di atmosfere, suggestioni ed esperienze, affondando le sue radici nell’identità nella storia e nella cultura locale. “Conoscere un luogo, ascoltando chi lo vive e guardandolo da vicino è il primo passo per elaborare un progetto” Queste sono le parole dell’architetto Domenico Potenza, dedito ad imprese e progetti sostenibili con lo scopo di rendere sempre più pulito, incontaminato e inviolato il territorio nazionale. Le caratteristiche della mobilità lenta sono completamente diverse e soprattutto tentano di opporsi in tutti modi alla concezione consumistica e commerciale del mordi e fuggi, motivo di pesanti e gravi conseguenze in termini di inquinamento e di crisi, specialmente crisi delle risorse, dei valori e delle comunità locali. È L’atteggiamento tipico del turista di massa organizzata, generalmente target di persone con un alto grado di soddisfazione personale e con grandi riconoscimenti in ambito lavorativo, che vogliono allontanarsi, anzi, estraniarsi dalle problematiche e dalle questioni professionali, per dedicarsi al puro relax e al piacere derivato dal “dolce far nulla”. Sono quei turisti che esigono L’adattamento delle strutture turistiche alle loro esigenze e ai loro voleri (Un esempio lampante è la costruzione di villaggi turistici sul Nilo). La riscoperta della Slow Mobility sta avendo un riscontro positivo non solo nelle località turistiche caratterizzate da risorse e attrattive naturali, ma anche nelle grandi città italiane. Gli spostamenti alternativi a quelli effettuati con i mezzi motorizzati, migliorano l’ambiente, in quanto si riducono le emissioni (Con un’evidente diminuzione di CO2 e di inquinamento acustico), si riduce la congestione veicolare (Con uno smisurato calo del tempo trascorso nelle strade), aumenta l’accessibilità in termini di spazi pubblici, e aumenta anche la socializzazione (Con la possibilità di creare nuove occasioni d’ incontro tra pedoni). Non mancano di certo propositi ingegneristici all’ avanguardia per ridurre l’inquinamento. Difatti a Milano sono state presentate delle nuove biciclette elettriche di design BMW, efficienti e dotate di notevoli componenti tecniche, realizzate appositamente per favorire il cicloturismo e la mobilità sostenibile.
In un contesto mondiale si sono effettuati degli studi e dei calcoli sulla riduzione del traffico e delle congestioni nelle città di Londra e nuova Delhi. Tali studi dicono che attraverso l’adozione della mobilita lenta nel settore turistico, si verificherebbe una sostanziale diminuzione del tasso di morti a causa di incidenti e di emissioni di CO2. A proposito sempre di quest’ultima problematica in Italia un’importante industria motociclistica sta contribuendo moltissimo allo sviluppo della mobilità sostenibile e della Green economy: è l’azienda della Rondine Motors. Dei validi ingegneri e dipendenti dell’impresa hanno ideato un particolare modello di motocicletta noto come Elettra, caratteristica proprio per la totale assenza di emissioni di CO2. Con un peso contenuto e un valido motore elettrico, costituisce una garanzia per la mobilità cittadina e soprattutto extracittadina.
Gli studi e le analisi di fattibilità su questo tipo di mobilità e indirettamente sulle forme alternative di turismo continuano a proliferare di progetti ed idee davvero interessanti, come questa. Lavorare alla strutturazione di un sistema di viabilità lenta che evidenzi l’identità e le tradizioni del territorio inteso in senso ampio è un’importante attività che può aprire la strada ad un vero e proprio sviluppo locale.
Capitolo 3
Lo sviluppo dell’applicazione
3.1. L’applicazione e i suoi intenti
di Daniele Del Vecchio
Avendo analizzato le cause della mobilità (principalmente turistica), le prospettive di permanenza stabile dei turisti (in ottica di una possibilità di crescita, anche economica, per la zona interessata) e l’apporto della popolazione locale al fenomeno turistico, ed avendo approfondito il concetto di “slow mobility” (in favore di forme di turismo più sostenibili, contrapposte al turismo di massa), andremo adesso a vedere come intendiamo sviluppare praticamente la nostra applicazione; analizzeremo perciò nel dettaglio:
- quali sono gli intenti promozionali dell’applicazione
- la strutturazione dell’applicazione e i servizi a disposizione dei clienti
- la varietà di offerte che saranno proposte
- un’analisi di fattibilità riguardo la creazione effettiva dell’applicazione
La nostra applicazione mira a promuovere il turismo nel territorio dei Monti Sibillini dell’Est, nel versante marchigiano, al fine di contribuire al rilancio, anche economico, della zona. Non vogliamo però che esso avvenga tramite un massiccio turismo di massa, bensì attraverso forme di turismo di tipo “slow”, che consentano un buon flusso turistico e che, contemporaneamente, siano sostenibili, nel rispetto dell’ambiente e delle persone; proprio per questo non andremo ad offrire i soliti, lussuosi e costosi hotel, bensì forme alternative di ricettività, più sostenibili, quali i Bed & Breakfast, gli agriturismi, gli alberghi diffusi, che contemporaneamente offrono la possibilità ai turisti di vivere un’esperienza più a stretto contatto con la popolazione locale. Proporremo perciò soggiorni in strutture da noi prescelte (in linea con quella che è la nostra ideologia), consigliando anche le migliori attrattive da vedere in percorsi studiati a pennello per godersi le meraviglie (ambientali e non) del territorio; il tutto senza l’aiuto di una guida (poiché i turisti devono potersi sentirsi liberi di gestire la giornata come meglio desiderano, recandosi dove più li aggrada) e mettendo a disposizione mezzi (il più possibile sostenibili) per gli spostamenti tra paesi e borghi caratteristici della regione.
L’intera applicazione mira a presentarsi come una sorta di depliant dimostrativo (che valorizzi il territorio nella sua bellezza e che consigli al meglio i turisti, di tutti i tipi e di tutti i gusti, nelle loro necessità e nella loro curiosità di scoprire che cosa offre turisticamente la zona) e, allo stesso tempo, rappresenta una grande occasione per sviluppare nuove partnership tra imprese, con una collaborazione generale che aiuterebbe la ripresa economica della zona più di quanto ci si possa immaginare.
3.2. Layout e servizi per gli utenti
di Daniele Del Vecchio
Un determinato tipo di applicazione deve necessariamente avere dei requisiti in fatto di strutturazione tecnica, non può quindi di certo essere impostata in modo approssimativo.
La prima cosa che deve essere proposta agli utenti è la registrazione via mail e la creazione di un account, in modo da poter usufruire al massimo dei nostri servizi; sarà ovviamente obbligatorio solamente in caso di prenotazione, ma propedeutico anche per alcune delle altre funzionalità. Una volta entrati si avrà un’interfaccia personalizzata e completa di tutto: un sistema di ricerca per le strutture ricettive (con possibilità di scegliere la destinazione, le date di check-in e check-out, il numero di viaggiatori), seguito da destinazioni e strutture più popolari e meglio recensite, ed un’area apposita per il dialogo tra utenti, con post e commenti; in alto a destra le impostazioni tecniche dell’applicazione ed alcune funzionalità specificatamente per gli utenti (selezione della lingua, preferenze per le notifiche, dati dell’account, sistema di login/logout, creazione dell’account), oltre al pannello di amministrazione visibile solo a chi di competenza; in alto a sinistra un menù a cascata (con offerte in determinate strutture, percorsi consigliati creati ad hoc per determinate zone, lista delle località da visitare, prenotazioni attive e soggiorni già effettuati, lista dei preferiti, possibilità di condividere i contenuti sui social network, assistenza ai clienti con domande sul server e numero di telefono apposito).
Nel momento in cui l’utente cercherà una struttura, ci sarà l’opportunità di filtrare ed ordinare i risultati della ricerca a seconda di determinate variabili (prezzo, distanza, recensione ecc.), e verrà proposto il nostro percorso ideale nella zona interessata; scegliendo una struttura, verranno proposte descrizioni ed immagini dimostrative fornite dalla struttura stessa, con i relativi prezzi per le camere ed i servizi offerti, oltre alle recensioni lasciate dagli altri utenti, alla localizzazione geografica ed ai consigli per gli spostamenti; in aggiunta, verrà proposto il percorso consigliato da noi, nel quale è compresa la struttura stessa; infine il sistema di prenotazione, rapido ed intuibile, con possibilità di pagamento diretto con carta di credito; alla fine del soggiorno, l’utente potrà liberamente recensire le strutture ed i servizi dei quali ha usufruito.
L’apposita area per il dialogo tra utenti sarà uno spazio di libera discussione, utile per darsi vicendevolmente consigli sulle destinazioni.
Sarà possibile impostare l’applicazione, almeno per un primo periodo, solamente in italiano o in inglese (ma contiamo di allargare presto la varietà linguistica); ci sarà anche la possibilità di attivare e disattivare le notifiche (offerte speciali, informazioni o cambiamenti sulle prenotazioni ecc.) e di personalizzare l’account con foto e descrizione.
Le offerte delle strutture verranno selezionate e messe in rilevanza in una sezione costantemente aggiornata del menù; verrà proposta anche una lista delle località da visitare (con i relativi approfondimenti) e, a parte, una lista di tutti i percorsi (con attività annesse) creati e consigliati da noi, la quale sarà il fiore all’occhiello dell’intera applicazione.
3.3. Cosa offre l’applicazione
di Fabio Antognozzi
Come offerta caratteristica della nostra applicazione, ci sentiamo di consigliare agli utenti percorsi specifici, grazie ai quali si consente ai visitatori di fermarsi nei borghi tipici e prendersi i propri tempi per esplorare nella sua genuinità e bellezza l’intero territorio, abbinando magari alla visita alcune attività proposte in precedenza ed approfittando per assaggiarne i prodotti locali
TREKKING. Le Escursioni trekking sono innumerevoli, pertanto verranno descritte le tre principali, ovvero le più amate dalle persone del luogo:
ANELLO DEL MONTE SIBILLA
Ubicazione: Monte Sibilla (AP)
Lunghezza del Percorso: circa 12 km (andata e ritorno)
Dislivello: + 566 / – 565 m
Durata del Percorso: 4 h circa (andata e ritorno)
Periodo Consigliato: tutto l’anno (in inverno solo in assenza di piogge o di neve)
Itinerario: Una delle più classiche ed affascinanti ascese di tutti i Monti Sibillini quella sul Monte Sibilla che deve il suo alone di mistero alla leggenda della Sibilla Appenninica, figura mitologica che abitava la grotta omonima, un antro che si apre in un varco roccioso vicino alla cima posta a 2173 mt. s.l.m. ed attualmente ostruito a causa di una frana.
Il percorso ad anello parte dal Rifugio Sibilla e risale lungo il sentiero sterrato posto alla sua destra. Lentamente si arriverà in quota potendo ammirare un panorama aperto ed affascinante che degrada sulle colline marchigiane fino a raggiungere, nelle belle e limpide giornate di sole, il Mare Adriatico.
Dalla vetta il percorso continua dalla parte opposta e ridiscende fino a raggiungere la strada sterrata che venne realizzata dal 1963 e che deturpò per sempre la vista di questa montagna.
Tutto il percorso è esposto al sole e privo di punti dove poter fare scorta di acqua pertanto raccomandiamo di prendere le dovute precauzioni in merito.
DA TOFE A LA ROCCA
Ubicazione: Tofe (AP)
Lunghezza del Percorso: circa 4 km (Andata e Ritorno)
Altitudine: da mt. 760 a 1.042 s.l.m.
Difficoltà del percorso: Facile. Per escursionisti e famiglie
Durata del Percorso: 3 h circa (Andata e Ritorno)
Periodo Consigliato: Tutto l’anno. In caso di neve si possono usare le ciaspole
Itinerario: Dalla Piazzetta panoramica di Montemonaco, imboccando Via Roma, proseguite fino all’uscita del paese. Ignorando ogni intersezione e percorrendo la strada principale per circa 5 km, arriverete all’abitato di Pignotti ove troverete il bivio per Tofe a destra. Dopo 500 mt sarete arrivati.
Noterete, alla sinistra del ponte, un antico ed imponente mulino posizionato sotto il livello della strada. Da qui inizia il percorso che in 1h 10 min. vi condurrà nella zona panoramica di Altino seguendo l’apposito cartello riportante la lettera “G” che rappresenta il tracciato del Grande Anello dei Sibillini.
Dopo essere entrati nell’abitato, noterete il Rifugio Escursionistico e subito dietro vedrete le indicazioni che portano a Rocca in poco meno di 1h (Sentiero nr.158). Raggiunta nuovamente la vallata, potrete ricollegarvi a Tofe, tramite la strada asfaltata principale percorrendola per 1 km.
E’ un sentiero facile per via del dislivello contenuto, adatto quindi per escursioni familiari, scolastiche, nonché naturalistiche.
RUBBIANO
Ubicazione: Rubbiano di Montefortino (FM)
Lunghezza del Percorso: circa 15 km
Dislivello: + 559 / – 536 m
Durata del Percorso: 4 h circa
Periodo Consigliato: tutto l’anno (in inverno solo in assenza di piogge o di neve)
Itinerario: Dalla località di Rubbiano di Montefortino parte uno degli itinerari più belli ed affascinanti dei Monti Sibillini.
Percorrendo le orride Gole dell’Infernaccio, scavate nel corso dei secoli dalla forza dell’acqua del fiume Tenna si arriverà a raggiungere le sorgenti del fiume attraverso un percorso che per la maggior parte si sviluppa all’interno di una bella ed affascinante faggeta.
Il sentiero che fino a qui sale abbastanza dolcemente, d’ora in avanti richiede un po’ più di impegno ma il sacrificio varrà lo spettacolo che apparirà ai vostri occhi quando sarete nei pressi di Passo Cattivo.
Verrete catturati dall’altro versante dei Monti Sibillini e la discesa verso Frontignano di Ussita e tutti i paesi limitrofi (Castelsantangelo sul Nera o Visso) che regala ampie vedute rimarranno un bellissimo ricordo impresso nella vostra mente.
MOUNTAIN BIKE
Ubicazione: Santa Lucia – Montefortino (FM)
Lunghezza del Percorso: circa 22,300 kmDislivello: + 593 / – 593 mt
Difficoltà del percorso: Facile
Durata del Percorso: 4:00 h circa
Periodo Consigliato: Tutto l’anno.
Itinerario: L’itinerario mountain bike che vi proponiamo ha inizio nella piccola frazione Santa Lucia a poca distanza da Montefortino e sicuramente è una rotta che presenta poche difficoltà ed adatto per le sgambate tranquille.
Dal piccolo borgo, dopo una breve salita su strada non asfaltata, si discende fino al Lago di Gerosa che si aggirerà attraverso un comodo sentiero poco assolato.
Da Isola San Biagio invece si risalirà per Ropaga fino a raccordarsi nella strada non asfaltata che si trova sulla destra prima di arrivare al borgo di Ferrà. Questo tratto è panoramico e regala ampie vedute e si presenta con falsipiani e discese fino a raggiungere l’agglomerato di case di Lontignano per poi ricongiungersi nel tratto finale con la strada percorsa alla partenza.
Questo percorso può essere effettuato tutto l’anno poiché le precipitazioni nevose invernali sono di lieve entità. Consigliato soprattutto nei mesi estivi per le bellissime fioriture ed i colori caldi del bosco durante l’autunno.
Ubicazione: Montemonaco (AP)
Lunghezza del Percorso: circa 28,500 kmDislivello: + 1618 / – 1618 mt
Difficoltà del percorso: Difficile
Durata del Percorso: 6:30 h circa
Periodo Consigliato: Da Maggio a Novembre (in assenza di neve).
Itinerario: Partendo da Rocca di Montemonaco si raggiunge l’abitato di Tofe e da qui, attraverso un ripido sentiero che si congiunge con la “strada panoramica”, si arriva in vetta al Monte Sibilla, montagna simbolo ed emblema dei Monti Sibillini.
La leggenda narra che nella sua grotta, posta a quota 2.150 mt. di altitudine ed il cui ingresso oggi è ostruito ed inaccessibile, vivesse in uno splendido palazzo circondato da tesori e fate dalla bellezza incantatrice la Sibilla Appenninica. Questa montagna è stata fin dal XV secolo oggetto di viaggi ed esplorazioni da parte di studiosi, letterati, cavalieri e nobili avventurieri che si recarono sulla cima per cercare di entrare in quel mondo fatato e meraviglioso.
Il primo a raccontare questa storia fu, nel 1430, Andrea da Barberino, con il suo romanzo “Guerrin Meschino” e pochi anni dopo il provenzale Antoine de La Sale narrò nella sua opera “Il Paradiso della Regina Sibilla”, di un suo viaggio compiuto fin sulla cima del Monte della Sibilla in cerca della grotta.
La discesa è un faticoso saliscendi molto scosceso dove l’utilizzo dei pedali è quasi nullo che vi porterà a raggiungere la sella del Monte Porche. Inoltrandosi verso il Laghetto di Palazzo Borghese ha inizio il single-track del Fosso Zappacenere che avrà termine sulla strada provinciale poco prima dell’abitato di Foce di Montemonaco. Da qui in un paio di minuti si tornerà al punto di partenza.
Ubicazione: Balzo di Montegallo (AP)
Lunghezza del Percorso: circa 14,100 kmDislivello: + 408 / – 441 mt
Difficoltà del percorso: Media
Durata del Percorso: 1:30 h circa
Periodo Consigliato: Da Aprile a Novembre (in assenza di neve).
Itinerario: Partendo da Piazza Taliani di Balzo di Montegallo si scende seguendo la direzione di Montemonaco lungo la strada asfaltata fino all’abitato di Castro, situato a soli 2 km. Da qui si segue il sentiero di sinistra che sale lungo il versante montano fino a raggiungere il Monte Oialona dopo circa 3 km e dopo aver compiuto il massimo dislivello (+400 mt). Questo tratto non sempre è percorribile “sulla sella” poichè, a seconda del periodo dell’anno, la vegetazione può presentare degli ostacoli da oltrepassare con la bici a spinta.
Oltrepassato il Monte Oialona, raggiungerete i ruderi di un vecchio rifugio di pastori, ben visibile poichè ubicato in una radura aperta e priva di alberi. Da qui vi dirigerete sulla strada non asfaltata che conduce alla Fonte Santa ubicata a soli 50 mt dalla stupenda chiesa di Santa Maria in Pantano (IX° sec.).
Proseguirete poi sempre sulla medesima strada riscendendo lungo i 3 canaloni che, durante il periodo invernale, possono essere ricoperti da diversi metri di neve poichè zone soggette alla caduta di valanghe e pesaggisticamente affascinanti.
Subito all’uscita dell’ultimo canalone, incontrerete un bivio che dovrà essere seguito a sinistra per riscendere fino agli abitati di Colleluce, Astorara, Collefratte fino a sopraggiungere nuovamente sulla Piazza Taliani di Balzo di Montegallo che chiuderà l’anello.
Le strutture tipiche sono innumerevoli, ma molte di esse sono state rese inagibili dal sisma del 2016. Tra le più amate, e tra quelle che più ci sentiamo di consigliare (e che abbiamo intenzione di includere nei nostri percorsi), troviamo:
- La Cittadella dei Sibillini, Montemonaco. La struttura che offre il miglior panorama sul Monte Vettore
- La Rocca, Montemonaco. Non solo ristorante e B&B, La Rocca è anche la porta di accesso a Foce, il paesaggio più suggestivo del Parco, che a sua volta sancisce l’inizio del percorso verso il Lago di Pilato
- B&B Il Castagneto, Montegallo. Un grande esempio di attività volta ad offrire non solo un servizio di ristoro e pernottamento, ma di vivere appieno l’esperienza del Parco tra la natura.
3.4. Analisi di fattibilità
di Daniele Del Vecchio
Dopo aver esaminato la parte tecnica dell’applicazione, con la sua configurazione ed il suo contenuto, passiamo ad illustrare, nel modo più chiaro possibile, una vera e propria analisi di fattibilità dell’effettiva creazione della stessa; esponiamo quindi i punti di forza e le opportunità che si andrebbero a creare, non nascondendo qualche punto debole e le possibili minacce che potrebbero limitarne l’efficacia. Andiamo inoltre ad analizzare costi e tempi effettivi necessari per la creazione dell’applicazione.
Un punto debole, che potrebbe apparire abbastanza evidente, è la limitatezza dell’area proposta. E’ infatti vero che la concentrazione esclusiva dell’applicazione in una determinata area (in questo caso parliamo della zona dei Monti Sibillini dell’Est) potrebbe risultare frenante per il successo dell’iniziativa; è anche vero però che sarebbe impensabile partire da zero ed occuparsi immediatamente di un’area più vasta, in quanto si rischierebbe di fare molta confusione. Riteniamo perciò necessario, al fine di sviluppare al meglio quelle che sono le nostre intenzioni, iniziare a concentrarci su di un’area ristretta e della quale conosciamo abbastanza bene le caratteristiche territoriali. Il nostro progetto volge a sviluppare un’applicazione che aiuti a rilanciare l’economia, senza portare un vero e proprio turismo di massa e rendendo il tutto sostenibile: propositi che richiedono attenzione e tempo per essere rispettati al meglio, e per non rischiare di sviluppare un lavoro fatto male, dannoso sia per l’ambiente che per gli abitanti del luogo.
Nulla toglie che, dopo un periodo soddisfacente a livello di risultati, l’applicazione possa anche evolversi ed estendere il progetto abbracciando sempre più zone, ma sempre secondo gli stessi principi, dei quali siamo fortemente convinti.
In futuro, l’applicazione potrebbe rappresentare una grande opportunità per le aziende e le imprese coinvolte nel progetto, con possibilità di ampliamento delle partnership e di sviluppo del business; il tutto, chissà, non solo a livello regionale (che è il nostro punto di partenza), ma anche ad un livello maggiore: in prospettiva, ciò metterebbe la sostenibilità al centro dei principali movimenti turistici, in una modalità che, come viene da noi proposta, ad oggi è abbastanza inusuale, ma che potrebbe rappresentare il futuro dell’intero settore.
Parlare di forme di sostenibilità è sempre molto più semplice rispetto all’effettiva realizzazione delle stesse; è anche comprensibile, perciò, un certo scetticismo generale in merito alla realizzazione del nostro progetto, e di questo ne siamo coscienti. E’ proprio per questo motivo che vogliamo prenderci il tempo che ci serve per organizzare al meglio l’attività, con strutture ricettive alternative e con mezzi di trasporto locali il più possibile sostenibili. Oltre ai grandi vantaggi che comporterebbe per l’ambiente, significativi sarebbero anche i vantaggi per le società di trasporti e per le piccole e medie imprese, soffocate in linea generale dal fenomeno del turismo di massa, dal quale prendiamo le distanze.
Ci si potrebbe chiedere, effettivamente, se un’organizzazione del viaggio diversa dall’impostazione tipica del turismo di massa, ormai predominante, possa disorientare in qualche modo i turisti; noi pensiamo che sia un “ostacolo” facilmente superabile, poiché essi non verranno lasciati a sé stessi in un luogo che non conoscono. E’ vero che non prevediamo la presenza di una guida poiché pensiamo che possa limitare l’esperienza, ma l’applicazione proporrà agli stessi turisti percorsi e luoghi meritevoli di considerazione, consigliando mezzi di trasporto prescelti e segnalando eventi ricreativi legati a tradizioni, usi e costumi (ma non solo) nelle zone interessate, per un’esperienza più variabile e personale in base ai gusti ed alle scelte dei singoli turisti.
E non c’è pericolo che il nostro progetto possa cambiare successivamente a favore di un turismo di massa: esso è basato su determinati principi e, per ogni area che verrà presa in considerazione per una possibile integrazione nel progetto, ci sarà la collaborazione di più esperti locali (nei campi della gastronomia, dell’arte, dell’ambiente, dei trasporti ecc.) per pianificare al meglio l’organizzazione ed eliminare la possibilità di incappare in spiacevoli imprevisti logistici, offrendo tutto ciò che potrebbe interessare al visitatore ma lasciandogli libera scelta.
C’è da dire che creare un’applicazione non è così semplice e, soprattutto, economico come ci si potrebbe immaginare; o meglio, potrebbe anche esserlo, ma significherebbe creare un’applicazione davvero scadente, e non è esattamente l’impostazione più adatta al nostro progetto.
Il costo di un’applicazione può cambiare a seconda di diverse variabili: la qualità dell’applicazione stessa, le piattaforme per cui viene creata, il tipo di interfaccia, il metodo di monetizzazione, la presenza di un pannello di amministrazione, sistema di login e registrazione, le funzionalità ed i servizi extra, le lingue disponibili ecc. La nostra idea è quella di partire con la creazione della sola applicazione per Android e IOS (i sistemi operativi che caratterizzano quasi la totalità degli smartphone in circolazione) per poi eventualmente, in caso di sviluppo futuro, andare a creare un vero e proprio sito e-commerce sulla linea di aziende già operanti nel campo (ad esempio Booking.com), ma ovviamente mantenendo l’ideologia di partenza. Per un’applicazione come la nostra è fondamentale quantomeno una buona qualità, con un pannello di amministrazione, un sistema di login basato sulla registrazione via mail (e la possibilità di collegarsi direttamente ai social network), un’interfaccia personalizzata, alcuni servizi extra (geolocalizzazione, ad esempio) ed almeno due lingue (italiano ed inglese), almeno inizialmente. Ai costi tecnici dell’applicazione si aggiunge ovviamente il compenso di uno o più sviluppatori professionisti, che si basa sul tempo impiegato per la creazione dell’applicazione e sulla difficoltà della stessa; sarebbe impossibile riuscire a realizzare interfaccia, design e servizi vari autonomamente, poiché è fondamentale un’alta conoscenza informatica e tecnologica (programmi che dovrebbero essere usati sono Xcode con un linguaggio Objective-C o Swift per IOS ed Eclipse con un linguaggio Java per Android, ad esempio). Da aggiungere inoltre i costi di pubblicazione sugli store ufficiali e i costi di pubblicità per aumentare la notorietà dell’applicazione. Notiamo quindi diversi fattori che ci portano a pensare che l’investimento necessario per la nostra applicazione potrebbe aggirarsi anche oltre i 50.000 euro; una cifra che potrebbe risultare eccessiva (e lo sarà, effettivamente) all’inizio, ma che siamo convinti che troverà i suoi riscontri positivi più avanti: l’applicazione mira ad essere una top di gamma, portando a modo suo un’innovazione in un campo sovraffollato come quello turistico, e siamo fiduciosi che possa conquistarsi una buona fetta di mercato nel lungo periodo, seppure con un’ovvia e lenta (ma non troppo) fase di transizione.
BIBLIOGRAFIA
“Parco Nazionale dei Sibillini” di Alesi, Calibani – Società Editrice Ricerche, 1992
“Sociologia del Turismo” di Savelli – FrancoAngeli, 1989
“Messer, Milione…Internet” a cura di Montani – Liguori, 2005
“Le strategie per una valorizzazione sostenibile del territorio (Il valore della lentezza, della qualità e dell’identità per il turismo del futuro)” di Calzati e De Salvo – FrancoAngeli, 2012
“Slow Tourism (Experiences and mobilities)” di Fullagar, Markwell e Wilson – Channel View Publications, 2012
“Parchi e società: turismo sostenibile e sistemi locali” di Beato – Liguori, 1999
SITOGRAFIA
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http://online.scuola.zanichelli.it/frontoffice/forme-di-turismo/
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http://www.puretourism.it/impatti-socio-culturali/impatti-positivi-e-negativi/
http://cittainrete.blogspot.it/2014/04/slow-mobility-turismo-lento-sosteniibile.html
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http://www.rondinemotor.com/
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https://www.rhubbit.it/quanto-costa-unapp
https://www.quantocostaunapp.com
https://www.gardainformatica.it/blog/preventivi-software-personalizzato/quanto-costa-creare-una-app-calcola-il-preventivo-online
https://iquii.com/2017/06/30/quanto-costa-sviluppare-app
https://www.aranzulla.it/come-creare-un-app-31387.html
- Created by Stefano Lariccia on 20/11/2017
- Last updated by Daniele Del Vecchio -- 15/03/2018