Nell'epoca dello sviluppo tecnologico, del “tutto e subito”, anche attività culturalmente impegnative hanno inevitabilmente subito delle modifiche sostanziali, dovute soprattutto alla necessità di restare al passo con i tempi, e quindi di soddisfare una tipologia di domanda che si è evoluta e che cerca sempre più con insistenza un qualcosa di nuovo, cerca sempre di più la modernità, la velocità, ma soprattutto la comodità.
In questo ambiente, cosi descritto, anche un'attività storica come quella esercitata dai musei, ha dovuto fare delle scelte, che sempre più spesso coincidono con una vera e propria rivoluzione dell'attività espositiva e che mirano ad un ammodernamento in linea appunto con il trend della cultura di oggi, ovvero il fatto di essere innovativa, pratica e soprattutto versatile.
Ed è cosi che il museo ha cercato di eliminare la visione collettiva, che lo reputa un luogo per cosi dire statico, cercando di promuovere un'altra visione, che possiamo definire interattiva, e che permette al visitatore, o in questo caso al “novello ricercatore di cultura”, di svolgere un ruolo attivo, non solo camminando fisicamente all'interno di una galleria, ma anche comodamente da casa, ogni qual volta ne abbia voglia, grazie all'uso degli apparecchi multimediali più classici, dagli smartphone ai tablet, che ormai fanno parte della nostra quotidianeità.
Ed è in questo ambiente che nascono le prime applicazioni (APP) per musei, che sono le vere e proprie protagoniste di questa evoluzione. La loro semplicità, funzionalità, l'immediata disponibilità all'utilizzo, hanno fatto si che si sviluppassero molto velocemente, diventando in breve periodo strumenti imprescendibili, non solo per la comunicazione dei prodotti culturali (come si ipotizzava all'inizio del loro avvento), ma anche per la didattica e per il marketing. Sono già moltissimi gli esempi di successo nel campo delle applicazioni per musei: dalle App molto generaliste come “Art Envi” o “Arounder Touch”, passando per quelle con funzionalità più social come “Art Guru”, fino ad arrivare a quelle di specifiche realtà museali come “MoMa”, “Louvre”, ecc.
In Italia il panorama è in evoluzione, ma ci sono già esempi importanti come l' “App della Fondazione Torino Musei”, o l'App che ha accompagnato la mostra “Chagall e La Bibbia” al MuDi di Milano, o ancora la “Museoscienzapp” del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci.
Queste App per certi aspetti presentano qualità simili, che da un certo punto di vista ne hanno permesso la rapida diffusione, come ad esempio il fatto che offrono contenuti multimediali, foto, informazioni e approfondimenti riguardo le opere d'arte, in tempo reale sugli smartphone o tablet, permettendo cosi una visita, non solo più dettagliata, ma anche maggiormente immersiva.
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