Gruppo 18. SISTEMI DI VALUTAZIONE DELL’ESPERIENZA TURISTICA
Parte di: Chiara Massariello
IL TURISMO ESPERIENZALE:
La segmentazione innovativa
Il discorso affrontato è stato centrato su un aspetto fondamentale che permette la realizzazione di offerte di turismo esperienziale: la segmentazione innovativa.
Segmentare in modo innovativo vuol dire abbandonare gli schemi standard della segmentazione, indifferenziati e generalisti, per andare a scavare in ciò che i nostri turisti desiderano in un determinato periodo temporale. Un approccio simile, da un lato mette in crisi la standardizzazione maturata dal turismo di massa; dall’altro provoca la scoperta e/o la nascita di tanti segmenti di nicchia sui quali poter lavorare per un’offerta di tipo esperienziale e che permette una maggiore e profonda differenziazione di prezzi giustificata dalla differenziazione dei prodotti offerti. “La sfida è costruire valore esperienziale per i diversi segmenti di mercato”.
Bisogna mettersi nei panni del turista e chiedersi cos’è realmente rilevante per questo, quindi, ascoltare e interpretare le esigenze. Essere innovativi e creativi rispondendo ai bisogni dei clienti/turisti: è facile dire sono un albergo per famiglie; è difficile esserlo realmente. Quali sono le esigenze di una famiglia in vacanza? Quali quelle dei bambini? Cosa cercano le mamme in vacanza? Cosa cercano, invece, i bambini?
Il turista odierno, web alla mano, è sempre più informato ed è a caccia di ciò che fa la differenza. Presidiare i canali online vuol dire essere pronti a rispondere in modo soddisfacente alle esigenze del turista e accompagnare quest’ultimo nell’esperienza turistica che ha inizio quando si formula il desiderio di fare una vacanza, ricercando informazioni in rete e condividendo l’esperienza on e offline in tutte le sue fasi fino al termine del viaggio e oltre. Ogni azione che il turista compie è un’esperienza. Identificare i “punti esperienziali” di maggior rilievo, ovvero “gli elementi con cui il turista entra in contatto per fruire dell’esperienza”, è un metodo per poterli progettare al meglio.
“Il valore esperienziale dipende dall’interlocutore”. Condivido in pieno questo pensiero che sposa le questioni più volte sollevate sul ruolo della popolazione locale e degli operatori di una destinazione.
In riferimento al concetto di turismo esperienziale, inquadrato come quell’esperienza che il turista compie vivendo momenti di vita quotidiana della destinazione che visita, partecipando attivamente e in prima persona alle attività che vi si svolgono, andando a scavare nelle tradizioni, negli usi e nei costumi di una località per permettere da un lato al visitatore di poter godere (visivamente e materialmente) di un’esperienza autentica, unica e personale; dall’altro di influire direttamente sulla vitalità della destinazione e sulla riscoperta delle proprie radici da parte della popolazione locale; sono del parere che a prescindere dai prodotti turistici che siamo in grado di costruire per una destinazione, il vero prodotto (finale) se lo costruisce il turista stesso che lo diffonderà con la condivisione e il passaparola on e offline.
DA PRODOTTO A ESPERIENZA TURISTICA
Utilizzando il concetto di prodotto-esperienza è possibile fare un passo in avanti nel dibattito sul rapporto tra domanda e offerta turistica . Ferme restando le diverse ottiche del produttore e del consumatore, il prodotto turistico può essere qui considerato come il risultato di un’offerta sistemica di beni, servizi, informazioni, attrazioni turistiche, ambiente, cultura,ecc. Tale output è, allora, a nostro avviso meglio identificabile come l’esperienza di vita (possibilmente memorabile e coinvolgente) di una persona in un dato luogo ed in un dato periodo.
D’altronde i turisti, quando viaggiano per svago, effettuano sempre un’esperienza di cui sono alla ricerca più o meno consapevolmente. Per il sistema di produzione turistica (l’industria turistica) si tratta quindi di porre questa esigenza di esperienze al centro delle azioni manageriali e fornire alla clientela proposte economiche che, andando oltre il semplice mix di beni e servizi, si indirizzino più decisamente e consapevolmente verso l’offerta di esperienze. Questa sfida riguarda qualsiasi livello e comparto dell’industria turistica: singole aziende, insieme di aziende o sistema turistico territoriale (distretto o località).
Se si assume l’economia delle esperienze come nuova chiave di lettura del fenomeno turistico è, in conclusione, possibile affermare che:
• il turista, quando viaggia e soggiorna, non domanda semplicemente beni e servizi turistici
sciolti (approccio unbundling) o sotto forma di pacchetti (approccio bundling) ma esperienze turistiche complesse, coinvolgenti, da vivere in modo personale e partecipativo;
• l’esperienza turistica nasce dall’insieme di relazioni socioeconomiche che avvengono fra un ospite e il complesso sistema di attori e relazioni connesse in qualche modo al territorio ove si mette in scena lo “spettacolo” del turismo. Nel turismo i turisti-ospiti sono anche partner–attori e il vero prodotto è dentro l’ospite, ovvero sono le sensazioni e le emozioni vissute dal cliente a rappresentare l’output finale.
• l’industria turistica di un territorio è un sistema naturalmente predisposto ad offrire esperienze economiche in grado di coinvolgere ed in prospettiva trasformare i clienti;
FONTI : https://www.google.it/amp/s/costruireturismo.com/2012/05/04/turismo-esperienziale-come-e-perche/amp/
No comments yet.
Please log in to leave a comment.